Piatek: «Da piccolo tifavo Arsenal. L'esultanza? La gente in Italia è impazzita per questa» - Milan News 24
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Piatek: «Da piccolo tifavo Arsenal. L’esultanza? La gente in Italia è impazzita per questa»

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Piatek asso nella manica di Gattuso, a pochi giorni dal Derby il bomber polacco si racconta in un modo del tutto particolare

Piatek, Parlano i numeri per il polacco e non solo di prestazioni: in un mese e mezzo di Milan, l’ex rossoblu ha segnato 8 gol, portandosi così per il momento in cima alla classifica marcatori di Serie A insieme a Quagliarella e Ronaldo, lo stesso numero di goal segnati da Higuain, volato poi al Chelsea tra la delusione di dirigenti e tifosi rossoneri, il tutto in quattro mesi, da Agosto a fine 2018. A Piatek è servito poco più di un quarto del tempo trascorso in rossonero dall’argentino per eguagliarlo e confermarsi miglior acquisto europeo del mercato “riparatore” di metà stagione.

MEGLIO IN TRASFERTA- In casa dovrebbe essere terreno di caccia migliore come da tradizione ma per un giocatore appena arrivato fa poca differenza fino a che non ci si ambienta del tutto. Ragion per cui il polacco si è rivelato un’arma micidiale finora non soltanto a San Siro, ma anche e soprattutto in esterna, avendo segnato praticamente in ogni trasferta rossonera giocata fino ad ora (4 gol nelle tre partite contro Roma, Atalanta e Chievo). Giusto per completezza, con il gol al Bentegodi, Piatek fino ad oggi ha fatto gol in sette dei dieci stadi in cui ha giocato in Italia. Al momento mancano solo l’Allianz Stadium della Juventus (7 Aprile) , lo Stadio Grande Torino (28 Aprile) e la Sardegna Arena dove il Milan ha già giocato senza di lui.

UN GESTO SPECIALE- Tutti pazzi dunque per Krzysztof Piatek, anche i più piccoli. Il bomber polacco del Milan risponde alle domande dei bambini per la rubrica ‘Caro campione ti scrivo’ redatta da Tuttosport: «Da piccolo ero tifoso dell’Arsenal, mi piaceva molto lo stile di gioco della squadra di Wenger e ammiravo campioni come Thierry Henry e Dennis Bergkamp. La mia esultanza da Pistolero l’ho fatta dopo aver segnato un gol e poi è rimasta, ormai rappresenta un talismano per me. Ho visto che la gente in Italia è impazzita per questa esultanza. Genova è una città in cui mi sono trovato bene, in particolare adoravo il mare, il clima mite e la buona cucina».

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