Giroud, parte 2: «Sorpreso da Kalulu. Insulti a Maignan? Che imbecilli»
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Giroud, parte 2: «Sorpreso da Kalulu. Insulti a Maignan? Che imbecilli»

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Giroud, parte 2: «Sorpreso da Kalulu. Insulti a Maignan? Che imbecilli». Le parole dell’attaccante del Milan

Olivier Giroud a La Gazzetta dello Sport (qui la prima parte dell’intervista).

SERIE A – «Non mi aspettavo tanta intensità anche contro squadre sulla carta meno forti. Tutte pressano e vanno in marcatura a tutto campo, attaccano per vincere, prendendo rischi, senza timore. Dell’Atalanta si sapeva, ma abbiamo faticato pure con Salernitana o lo Spezia di Thiago Motta, al di là dell’episodio arbitrale controverso. E sarà dura anche al ritorno con Torino e Verona. Bisogna restare concentrati perché un campionato davvero competitivo. Poi, si possono migliorare i terreni di gioco: in Premier sono davvero perfetti. Ho visto qualche spogliatoio un po’ piccolo, ma ce ne sono pure in Premier. La verità è che è un calcio che mi piace».

MILAN FRANCESE – «Theo non è una sorpresa, ma è impressionante. Non un caso che sia in nazionale. Mike lo stesso: è il futuro della Francia tra i pali, quando Lloris smetterà. Pierre mi ha sorpreso per la facilità della sua polivalenza, da centrale sta facendo grandi cose. E’ giovane ma dimostra molta maturità. Sono felice per lui, si merita tutto perché lavora duramente».

INSULTI RAZZISTI A MAIGNAN – «Purtroppo ci saranno sempre degli imbecilli negli stadi e fuori. E’ difficile combattere il razzismo. Non spetta a me dire che cosava fatto a livello istituzionale, ma è indispensabile che anche noi giocatori alziamo la voce per continuare a opporsi alle discriminazioni».

ITALIA AL MONDIALE – «Non sarebbe lo stesso senza i campioni d’Europa. Con l’Italia si alza il livello di competizione e la festa è più bella. Ho davvero voglia che i miei amici italiani si qualifichino».

VINCERE IL MONDIALE – «Il Mondiale è il Sacro Graal. Vincerne un altro sarebbe straordinario e vale molto di più delle statistiche personali. Il calcio è uno sport collettivo».

SHEVCHENKO – «E’ un periodo difficile, ammiro la sua battaglia e che sia esposto in prima linea per difendere il suo Paese. Lo sostengo pienamente».

LONDRA O MILANO – «Londra è una città gigantesca cui rimango molto legato, ma Milano ha una dimensione umana che apprezzo. Mi piace la cucina italiana, ho scoperto un buon ristorante sotto casa, lo Zenzero, e ho già visitato il Duomo. La città poi la ammiro anche dalla mia terrazza».

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