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Abate: «Abbiamo fatto la storia». Le parole del tecnico della formazione primavera dopo il successo contro l’Atletico Madrid

Ignazio Abate ha parlato ai nostri microfoni al termine del match tra Milan Primavera ed Atletico Madrid. Ecco le parole del tecnico rossonero:

PARTITA – «Abbiamo fatto la storia. Gliel’avevo detto ai ragazzi prima della partita. La dedico a loro. Poi lo dedico a Carbone, a Maldini, alla società. Il primo giorno del contratto Maldini e Massara mi incitarono a crederci in questa competizione. Poi arrivare fino a qua è inaspettato, ma meritato. Nei primi 20 minuti l’Atletico ha spinto forte, poi noi abbiamo capito che potevamo stare dentro la partita e sono uscite fuori le nostre qualità».

PAROLE ALLA SQUADRA A FINE PARTITA – «Gli ho detto di godersela perché hanno scritto la storia, sono tra le quattro migliori d’Europa. Gli ho detto anche che ora c’è da accantonarla subito, perché domenica abbiamo una finale in campionato che ci farebbe svoltare la classifica, facendo filotto; le squadre dietro stanno correndo e sarà una bagarre fino alla fine. Bisogna stare concentrati e sul pezzo. Ci sono passato io: quando fai grandissime partite in grandi competizioni ributtarsi sul campionato può diventare difficile. Giochiamo tanto, ma la maturazione dei ragazzi mi lascia ben sperare».

TORRES – «No, ci siamo visti prima della partita. Il destino mi doveva qualcosa: l’unico assist per lui è stata una casualità… Lui è stato un grandissimo campione; è arrivato da noi e si fece subito male alla caviglia, ma voleva giocare e stringeva i denti, però non stava bene. Grande professionista e grande persona. La mia ultima partita in Champions è stata contro l’Atletico e c’era lui, la finale dell’Europeo l’ho persa contro la sua Spagna, quindi qualcosa indietro il destino mi doveva… È tornata oggi, meritandocela».

DNA MILAN – «Abbiamo cercato di vincere senza barricate. Abbiamo sofferto e hanno sofferto loro. È un’altra mentalità. Noi abbiamo in campo sei 2005 e un 2006: i ragazzi di qualità devono giocare, ma i bravi devono andare avanti; bisogna dare tempo di sbagliare e crescere, il fisico arriverà, cresceranno di mentalità e di esperienza in queste partite».

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