Pioli a Sky Calcio Club: «Maldini è una figura centrale nel Milan. Leao...»
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Pioli a Sky Calcio Club: «Maldini è una figura centrale nel Milan. Leao…»

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Pioli: «Sono contento per Giroud e Theo. Leao…». Le parole del tecnico rossonero

Stefano Pioli ha parlato ai microfoni di Sky Calcio Club di vari argomenti. Ecco le parole del tecnico del Milan:

GIROUD – «Credo che Oli sia un un momento psicofisico ottimale. Aveva grande entusiasmo per il Mondiale e si sta dimostrando un grande giocatore. Sono contento per lui e per Theo, spero continuino così. Mi è bastato fare un videochiamata con lui per capire il suo spessore e le sue capacità. Ha sempre inciso molto, non solo con i gol. Mette grande generosità quotidianamente. È un ragazzo molto determinato: raccoglie tutte le caratteristiche importanti per essere un leader. Meglio che esca subito? Credo sia molto più facile allenare giocatori soddisfatti che rimotivarli. Kjaer? Non è tornato felice, la Danimarca affrontava per la prima volta il Mondiale con delle aspettative superiori».

LEAO – «Ho dato una regola ai giocatori. Voglio lasciarli tranquilli ma devono chiamarmi dopo ogni partita per dirmi come stanno. Gioca poco? Queste sono situazioni difficili da giudicare da lontano. Se vedi Leao in allenamento ha un potenziale incredibile. Ha una capacità tecnica abbinata alla velocità che pochi hanno. Ha dovuto affrontare nuovi metodi di lavoro ed una realtà diversa. C’è voluto un po’ di tempo. Credo che debba fare ancora un salto per diventare un campione. Rientra di più? Dipende dalla strategia della partita, uno contro uno diventa difficile da prendere. Ma ci sono volte in cui si accentra e altre in cui si abbassa troppo. I giocatori così offensivi devono stare più vicini all’area. Lui può giocare dappertutto. Credo che possa diventare ancora più decisivo nell’area avversaria. È un ragazzo molto intelligente, molto disponibile. Stiamo comunque parlando di giocatori che hanno talento, devono avere la libertà negli ultimi 30 metri. Voglio che chiuda di più sul secondo palo, glielo dico sempre. Dovrebbe impattare di più».

MONDIALE – «È più un Mondiale di individualità: quest’anno hanno preparato i Mondiali in una settimana. È difficile per un allenatore dare un’identità, anche se Luis Enrique credo che giochi il miglior calcio. Non ci sono state grandi sorprese a livello tecnico-tattico. Hanno guardato più alla concretezza ed alle individualità visto che ogni partita ha un peso specifico importante».

RITORNO GIOCATORI – «Per noi che abbiamo avuto la possibilità di rifiatare è stato un bene. I giocatori che torneranno sono un punto interrogativo, a differenza di quelli che non hanno partecipato visto che hanno riposato, anche se hanno avuto sei sedute individuali».

ASTORI – «La sua scomparsa ha toccato nel profondo. Purtroppo, dico purtroppo, è stata una situazione che mi ha fatto crescere. Dopo la sua perdita ho scoperto situazioni nuove che mi hanno aperto di più la mente. Ora sto più vicino ai giocatori e li proteggo di più. Non è stata una situazione semplice da gestire. Ho avuto esperienze negative nella mia carriera, ma sono quelle che mi sono servite di più per migliorare».

ESONERO – «L’esonero è una mazzata perché ti impedisce di chiudere il tuo lavoro. Lo ritieni ingiusto, però poi passato il dolore ti permette di capire perché è arrivato. Dopo ogni situazione negativa, sono ripartito con maggiore consapevolezza».

LOCKDOWN – «Ho avuto tutto il sostegno da parte dell’area tecnica. Ma anche da Gazidis, si è sempre comportato in modo corretto: a Milanello ci disse che tutti eravamo sotto esame. Durante il lockdown abbiamo dato dieci giorni di riposo ai giocatori e poi siamo tornati ad allenarci su Zoom. A Milanello qualcosa era cambiato, non so che cosa. Siamo ripartiti e poi abbiamo fatto bene».

MALDINI – «Se abbiamo fatto il percorso è perche tutte le componenti hanno dato il proprio contributo. Dal primo giorno che sono entrato a Milanello mi sono sentito bene ed il confronto con Maldini e Massara mi ha dato più forza nel mio lavoro. È una cosa che all’allenatore dà più forza è più fiducia. Maldini non è lì per gli allenamenti è lì per rapportarsi con tutti, è una figura centrale. Parliamo di una persona di un livello di conoscenza, di dna incredibile».

IBRAHIMOVIC – «Senza togliere nulla a qualcuno, Zlatan è stato un elemento determinante nella crescita della squadra. Arrivare in un gruppo così giovane, e per la prima volta in una squadra non vincente e con giocatori non simili a lui, ha capito una realtà diversa. Tutti hanno saputo accettare pregi e difetti. La sua mentalità e la sua determinazione ha alzato il livello della squadra. Se c’era Zlatan in allenamento, c’era un certo livello. Ma anche Kjaer, Giroud, Maignan. Abbiamo quattro-cinque giocatori leader che fanno da traino al gruppo».

POST 5-0 CONTRO L’ATALANTA – «La partita contro l’Atalanta credo che sia stata la partita che ha dato il là alla costruzione del Milan. Servivano altri tipi di giocatori per fare il nostro calcio: nuove caratteristiche mentali, fisiche e di talento».

PROGETTO – «Paolo e Ricky volevamo investire su determinati giocatori con costi sostenibili per una società che voleva portare avanti un certo tipo di percorso. È un percorso che non dà risultati immediati, ma noi siamo stati bravi ad anticipare queste tempistiche».

ALLENATORI DI RIFERIMENTO – «Tanti allenatori. Guardo tante partite di Guardiola, Nagelsmann, Klopp… Ogni grande allenatore ha una caratteristica principale. Io ho completato il mio staff con dei video-analisti giovani che mi hanno aiutato a conoscere situazioni nuove. E ho la fortuna di allenare giocatori disponibili. Come, per esempio, la proposta a Theo e a Calabria di entrare dentro il campo: da loro ho visto entusiasmo. Se chiedo a un giocatore di fare una cosa e lui non se la sente, faccio un passo indietro io. Ho detto a Guardiola che tutti gli fanno i complimenti per la fase offensiva, ma per me lui è il più bravo a recuperare palla. Non tutti gli avversari sono uguali, ma noi come idea abbiamo quella di non fare giocare le altre squadre. Quest’anno siamo più lunghi e meno compatti? Sì, ma perché con i mediani accorciamo di meno, concediamo il primo passaggio, dobbiamo essere più rapidi».

GIOCO DELLA SQUADRA – «Quest’anno rispetto alla passata stagione con i mediani stiamo accorciando meno, concediamo il primo passaggio e dobbiamo migliorare in questo. Dobbiamo essere più rapidi ad accorciare. Abbiamo inserito un trequartista più offensivo come De Ketelaere, a volte abbiamo giocato con Rebic e Leao esterni, siamo stati più offensivi. A volte abbiamo forzato la profondità, questo non mi piace molto. Dobbiamo dominare di più le partite palleggiando di più nella metà campo avversaria, questo è sicuramente un obiettivo. La squadra sta crescendo, è normale che a volte si commettano degli errori. Abbiamo la possibilità di migliorare».

L’IMPORTANZA DI LEGGERE LE SITUAZIONI DI GIOCO – «Ho guardato City-Brighton perché ho letto che De Zerbi ha fatto una grande partita. De Zerbi ha fatto un grande pressing, il City, che è la squadra che gioca il miglior calcio, è stato costretto a lanciare. Bisogna saper leggere le situazioni. Gli avversari cambiano, bisogna saper leggere le situazioni. In Italia non è semplice giocare contro squadre che ti pressano come Torino e Verona».

NUOVI ACQUISTI E DE KETELAERE – «Sono ragazzi arrivati tre mesi fa. Quest’anno stiamo facendo dei bilanci troppo limitati perché è arrivata questa sosta. Sono arrivati solo da tre mesi. Sono arrivati da campionati diversi, ci siamo allenati poco. De Ketelaere è un centrocampista che deve svariare. È bravo a inserirsi tra difensore e terzino. In Belgio giocava da solo, si muoveva senza collaborare. Ora deve leggere gli spazi occupati dagli altri. Ma sono convinto possa fare bene. Penso a Tonali e Leao, su entrambi ci sono stati grandi dubbi. Dopo l’estate sono tornati e ho detto ‘Cavolo, sono fenomeni’. Forse gli serviva tempo per metabolizzare perché non è facile ricevere tante informazioni».

KALULU – «Pierre è così un bravo ragazzo che ti sembra difficile che abbia una personalità del genere in campo. Ha anche una serenità da giocatore maturo. Lui supera anche l’errore: non si sofferma e non si indebolisce. Durante gli allenamenti da centrale ci sembrava più a suo agio. Ha letture migliori che da terzino. Pierre e Tomori hanno nelle caratteristiche per un calcio moderno, anche se ti prendi dei rischi».

NAPOLI E JUVENTUS- «Ha una grandissima qualità. È allenato bene da un grande allenatore. Se il Napoli mantiene questo ritmo, noi abbiamo giocatori una grande partita e non ci meritavamo la sconfitta. A inizio anno? Ha perso Insigne, Koulibaly, Fabian… non pensavo fosse così. Sta giocando un calcio importante, ma il campionato è ancora lungo: ci sono ancora 69 punti a disposizione e ci sono squadre che possono fare otto-nove vittorie consecutive. Juventus? Hanno fatto questi risultati senza Di Maria, Pogba, Chiesa. Il loro organico è tra i primi del campionato»

SERIE A – «Si sta alzando sia a livello delle squadre importanti, ma anche per quelle che non sono in lotta per lo scudetto. Sono partite difficili. Devi mantenere alto il livello».

MEGA RECUPERI – «Io faccio fatica a perché non si arrivi al tempo effettivo. La motivazione di Collina è corretta, perché anche a noi è capitato di giocare 46-47′ minuti. Io sarei per due tempi da 30 minuti, i giocatori perderebbero meno tempo. Perché in Champions non protestano e non stanno per terra? Perché non te lo permettono. Perché gli arbitri in Italia sugli angoli devono andare in area a dire di non fare fallo? Quando si va in Europa l’arbitro non ti spiega nulla, qui no. Devi fare l’arbitro… troppe spiegazioni».

TOTTENHAM – «La partita perfetta non esiste. Forse una partita è perfetta quando i giocatori fanno le scelte giuste. La partita perfetta del mio Milan? Forse quella dell’anno scorso contro l’Atalanta. Il Porto di Conceiçao è la squadra più rognosa che ho affrontato, sono state due partite davvero dure. Contro il Tottenham anche sarà dura, con Conte non è mai facile. Lui è un grandissimo allenatore, dà grande mentalità alla squadra. Loro hanno tanta qualità in avanti, però possiamo fare bene. Il nostro obiettivo per quest’anno è vincere qualcosa, abbiamo quattro trofei da poter vincere e dobbiamo vincere qualcosa. Per avere successo serve al 10% il talento e al 90% il lavoro».

RINNOVO LEAO – «Una cosa sicura è che sta bene con noi, lo vedo e lo sento. Stanno parlando, aspettiamo buone notizie. Voglio bene a Rafa, il suo percorso non è ancora finito con noi. Ibrahimovic? Dovrà rinforzare il suo recupero per fine dicembre-gennaio».

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