Pioli «Abbiamo sempre creduto allo scudetto, due i momenti chiave»
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Pioli «Abbiamo sempre creduto allo scudetto, due i momenti chiave»

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Stefano Pioli, tecnico del Milan, ha ripercorso la grandissima cavalcata scudetto del Diavolo: le sue dichiarazioni

Stefano Pioli è stato intervistato dal The Athletic. Le sue parole sullo scudetto:

SULLA COPPA DELLO SCUDETTO: «Onestamente, quella notte è stata così intensa di emozioni che non ne ho idea. I giocatori sono usciti a festeggiare quando siamo tornati da Reggio Emilia, quindi non so se l’avevano con loro o se l’hanno lasciata a Casa Milan».

SUI TIFOSI: «Sarebbe riduttivo fermarsi a un’immagine. L’intera giornata è stata una sensazione meravigliosa dopo l’altra. Condividerla con i nostri tifosi è stata la cosa più bella che ci potesse capitare. Vederli così felici è stata la cosa più gratificante di tutte».

ARRIVO AL MILAN: «La linea che il club voleva seguire era chiara. Sono stato informato. Il club è stato fermo. Il lavoro che stavamo svolgendo ha ricevuto molto sostegno. Quando si lavora con molti giovani giocatori, c’è bisogno di tempo. Hai bisogno di fiducia. Il club ce l’ha data».

RAPPORTO COI DIRIGENTI: «Quello che vorrei dire è che la dirigenza non mi ha dato solo giovani giocatori. Mi hanno dato dei buoni giocatori giovani con tante qualità. Inoltre, ho lavorato con giocatori di grande livello, come Olivier Giroud, come Zlatan, come Kjaer, come Alessandro Florenzi e Mike Maignan che avevano già molta esperienza, esperienza in nazionale, esperienza di lotta per il titolo. Sono stati un punto di riferimento per me e per i giovani giocatori».

TONALI: «Se pensiamo a Sandro l’anno scorso è stata la sua prima esperienza in un grande club. C’era più pressione da gestire. Ci saranno momenti in cui non sarai al massimo della forma. L’anno scorso ha sofferto molto. Poi, un anno dopo, abbiamo visto il vero Tonali».

MOMENTI CHIAVE DELLA STAGIONE: «Il momento chiave è stato quando ci siamo ritrovati per la prima volta a Milanello. Era il 6 luglio dell’anno scorso. Abbiamo parlato dei nostri obiettivi. Dovevamo puntare in alto. Non ci saremmo accontentati di un altro secondo posto perché ci eravamo già passati. È stato un momento importante perché ho visto nei miei giocatori la consapevolezza di quanto fossero bravi: positività, fiducia. Questo tipo di sensazioni sono molto importanti per un allenatore all’inizio di una nuova stagione».

INFORTUNIO KJAER: «Abbiamo perso un giocatore davvero importante, non solo dal punto di vista tecnico ma anche a livello umano. Simon ha un carattere davvero profondo. È un vero leader».

SUL MERCATO DI GENNAIO IN DIFESA: «Ne abbiamo parlato con la dirigenza. L’abbiamo vista così: o andiamo a prendere un giocatore del loro livello (Kajer e Tomori erano infortunati ndr) – non ce n’erano – oppure sviluppiamo e diamo fiducia ai ragazzi che abbiamo a disposizione. Ancora una volta abbiamo avuto ragione perché Kalulu ha dimostrato di essere un giocatore fantastico ed è stato la rivelazione della stagione in Serie A».

SULLO SCUDETTO: «Ripeto, ci abbiamo sempre creduto. Secondo me ci sono due partite da cui dipendeva il titolo. La rimonta nel Derby. Questo è sicuro, altrimenti il distacco dall’Inter avrebbe reso difficile il recupero del primo posto. L’altra è stata la vittoria all’ultimo minuto a Roma contro la Lazio, arrivata dopo il ko dell’Inter nella semifinale di Coppa nel turno infrasettimanale. Questi momenti ci hanno dato ancora più fiducia, la sensazione di potercela fare. Vincere poi le ultime sei partite, quando avevamo chiaramente il cammino più difficile tra le pretendenti al titolo, ha dimostrato la capacità e la forza mentale dei miei giocatori».

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