Ibrahimovic fenomeno senza tempo: The «first» dance
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Editoriali

Ibrahimovic fenomeno senza tempo: The «first» dance

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Zlatan Ibrahimovic sfida anche le leggi del tempo: un campione immenso al primo ballo della stagione del Milan

2 partite ufficiali: 3 gol, decisivi ai fini del risultato finale, un assist per Calhanoglu a Dublino. Basterebbero questi semplici dati per sottolineare l’importanza del
rinnovo del patto tra Ibra e il Diavolo. Leader tecnico, fisico e carismatico del gruppo, Zlatan pare aver fermato anche il tempo, determinando l’andamento di una partita esattamente come dieci anni fa: dopo un inizio equilibrato del match, i rossoneri sono riusciti a concretizzare un progressivo predominio territoriale grazie al volo celestiale del suo numero 11, abile a sfruttare un perfetto arcobaleno proveniente da sinistra da parte di Theo Hernandez.

Decisivo e incisivo anche nel secondo tempo lo svedese, grazie al rigore conquistato da Bennacer sugli sviluppi di un calcio d’angolo e scaraventato a suo modo sotto al set. Un 2-0 che ha ricordato il Diavolo dei tempi che furono, quando trovava la via della rete nel momento in cui la partita si intersecava nelle sue vie più sterrate e pericolose.

Un Ibra tirato a lucido per il primo gran ballo della stagione, a 38 anni suonati, capace di reggere l’urto per tutti i 95 minuti del match e risultare il solito faro illuminante delle trame offensive della squadra di Pioli. «Non sarò una mascotte» continua a ripetere Zlatan e, visti risultati conseguiti in questi mesi, c’è davvero da credergli: un leader imprescindibile, un campione senza tempo che potrebbe condurre il diavolo al ballo con le prime della classe, come non accadeva da anni. Un metaforico ballo, quello di Zlatan, ancora ben lontano dall’essere l’ultimo.

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