Donnarumma, la ginestra che prova a fiorire in mezzo al deserto rossonero
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Editoriali

Donnarumma, la ginestra che prova a fiorire in mezzo al deserto rossonero

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Gianluigi Donnarumma si è confermato essere l’unico campione, a livello tecnico e morale, presente nella rosa del Milan

La trasferta di Bergamo è stata un’autentica Caporetto per il Milan, una disfatta senza precedenti (o quasi) che ha messo in luce tutte le lacune della rosa e della società rossonera. Che il Diavolo non fosse pieno di fenomeni, per carità, lo sapevamo già tutti. Ma è drammaticamente sorprendente quanto, giorno dopo giorno, si scopra la fragilità dei giocatori allenati da Pioli. Al di là della componente tecnica, è risultata completamente inesistente la componente caratteriale di Romagnoli e compagni, che non hanno saputo reagire minimamente alla superiorità imposta in campo dall’Atalanta, resettando il cervello e alzando bandiera bianca immediatamente.

In mezzo a questo arido deserto cerca di fiorire le ginestra di Gigio Donnarumma, unico vero campione di cui i tifosi rossoneri possono godere. Le lacrime con cui il numero 99 è uscito dal campo a fine partita sono l’emblema di un uomo (non ragazzo), tifoso sfegatato di questi colori, con una dignità violata e una professionalità purtroppo più unica che rara nella rosa del Diavolo. E pensare che fino a qualche tempo fa il portierone della Nazionale era il bersaglio preferito della maggior parte dei tifosi, ritenuto colpevole di qualsiasi cose, pure di guadagnare quello che guadagna (6 milioni a stagione, tanti, ma questo è quello che prendono i grandi campioni).

La verità è che nessuno al Milan è all’altezza di Donnarumma, dai giocatori ad ogni altro singolo componente della società. La passione, l’anima, il talento e la disciplina che Gigio mette da sempre nel suo lavoro sono purtroppo, ripetiamo, qualità che al club di via Aldo Rossi sono estinte da tempo. Proprio per questo motivo Gigio partirà, lo farà sicuramente a malincuore, lo farà ancora una volta con le lacrime, ma lo farà, perché non si merita di marcire un questa palude, perché le sue capacità stonano con quelle dei suoi compagni e perché potrebbe fare la storia, i record e le fortune di un verde giardino anziché sprecarsi in mezzo ad un deserto infecondo.

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