Derby, quel silenzio nel dopo partita che sa di rassegnazione
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Editoriali

Derby, quel silenzio nel dopo partita che sa di rassegnazione

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Conti Romagnoli Piatek

Derby, silenzio da parte della dirigenza e dei giocatori nel post partita. E Marco Giampaolo non si è dilungato in conferenza stampa

SILENZIO DERBY – A Casa Milan sembra che la rassegnazione regni sovrana. Dopo la sconfitta nel derby nessuno tra proprietà, dirigenti, allenatore e calciatori ha avuto una reazione o ha rilasciato dichiarazioni per dare una scossa all’ambiente. Marco Giampaolo ha risposto alle (poche) domande in conferenza stampa con frasi scontate, dei calciatori solo Biglia si è fermato in mixed zone e per di più in maniera sfuggente. La famiglia Singer non era nemmeno presente, Maldini e Boban non hanno ancora detto nulla sulla sconfitta nel derby.

È ragionevole proteggere i calciatori da eventuale critiche che potrebbero destabilizzare, non è comprensibile lasciar passare una sconfitta contro l’Inter quasi nel silenzio più assoluto. Ci si aspettava un’analisi più accurata (e più lunga) da parte di Giampaolo in conferenza stampa: non è ancora chiaro a che punto sia il suo lavoro, cosa non abbia funzionato ieri sera e quando potremo finalmente vedere qualcosa di nuovo nel gioco. I progressi, pochissimi dopo tre mesi di allenamenti, hanno addirittura portato parte della tifoseria a rievocare Gennaro Gattuso. Certamente il nuovo allenatore ha bisogno di tempo, come tutti, per migliorare una squadra in costruzione. Tuttavia, avere le idee chiare sul modulo, sui giocatori, sull’inserimento dei nuovi non guasterebbe alla squadra.

Maldini e Boban non hanno espresso parole in difesa di un tecnico che hanno scelto soltanto pochi mesi fa. Nel post derby ci si aspettava anche che la dirigenza esprimesse un proprio giudizio. Nulla di negativo contro professionisti che, per quanto ne sappiamo, a Milanello si dimostrano quotidianamente esemplari con Giampaolo. Ma ad oggi non sono ancora ben chiari gli obiettivi stagionali (in teoria è il quarto posto) e in quanto tempo il Milan possa entrare in condizione. Non è stato nemmeno chiarito perché al Milan non è arrivato un trequartista vero e perché Sensi sia stato lasciato all’Inter. Il centrocampista, ormai punto di forza dei nerazzurri, è costato 5 milioni per il prestito più eventuali 20 per il diritto di riscatto. E in questo caso il Financial Fair Play non può essere preso come scusa per il mancato arrivo dell’ex Sassuolo.

 

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