Fassone: «Sì, Elliot potrà essere il proprietario del Milan ma al 99% non sarà così» - Milan News 24
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Fassone: «Sì, Elliot potrà essere il proprietario del Milan ma al 99% non sarà così»

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Intervistato dal The Observer, Marco Fassone, ad del Milan, ha risposto a tutte le domande riguardanti il futuro societario del Milan

Intervistato da Observer, Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ha così chiarito tutti i dubbi riguardo la solidità della nuova proprietà cinese. Traduzione di MilanNews24: «Ammetto di essere entrato nel progetto con qualche dubbio all’inizio perché volevo capire esattamente quale fosse la visione e la portata degli investimenti della proprietà cinese. È stato importante per me come europeo quale fosse l’idea sul medio e lungo periodo degli investitori asiatici. Dopo mesi e mesi di lavoro con loro, ho iniziato a capire la loro visione e devo dire che si tratta di un progetto molto eccitante».

Sul marchio Milan nel Mondo – «Siamo probabilmente il club più internazionale in Italia, la Juventus ha sicuramente più titoli nazionali, ma i titoli continentali e intercontinentali sono in netto favore dei rossoneri. Siamo lieti di aver raggiunto l’Europa League perché rappresenta un passo importante e sarà una priorità per noi quest’anno per tornare sulla scena internazionale. Ma la sede naturale del club deve essere la Champions League».

L’obiettivo della nuova proprietà – «L’obiettivo che la nuova proprietà ha dato a noi dirigenti è quella di riportare il Milan a partecipare con costanza alla Champions League nei prossimi anni. Essi sanno che sul lato sportivo e sul lato economico, cambia la vita di un club. Siamo fortunati perché questa è la prima stagione che l’Italia avrà quattro squadre che si qualificano, il ché rende l’obiettivo sempre difficile, ma non impossibile. La qualificazione in Champions è l’obiettivo minimo che vogliamo raggiungere. Il club è un gigante che è stato malato per due o tre anni, è come una Ferrari che è stato tenuta in un garage per troppo tempo. Il nostro compito è quello di rimettere la Ferrari su pista e lasciarla libera».

Sul prestito del Fondo Elliot – «Stiamo già lavorando per rimborsare il prestito fornitoci da Elliot e pensiamo anche di poterlo fare molto presto: probabilmente dall’inizio del 2018 – continua Fassone – Il livello di interesse che il Milan sta pagando al prestito di 120 milioni fornito dal fondo Elliot è chiaramente alto, ma non è terribile. Se si considera il debito accumulato da Inter o Roma con Goldman Sachs al 6,5%, naturalmente questo è più alto, ma non è qualcosa di terribile. Per i cinesi vedere una doppia cifra nei tassi d’interesse dei prestiti è del tutto normale».

Elliot può diventare proprietario del Milan – «Nello scenario peggiore sì, vuol dire che nel mese di ottobre del prossimo anno se il prestito non sarà restituito il proprietario del Milan sarà il fondo Elliott. Parliamo dello scenario peggiore ma è una possibilità remota atta a garantire un futuro al club anche nei casi limite. Possibilità che ciò accada? Al 99% si andrà avanti con il signor Li e speriamo che il nostro progetto abbia successo. Ma nel caso peggiore i tifosi del Milan potranno ugualmente stare sereni, il fondo Elliott è uno dei più grandi fondi hedge nel mondo che potrebbero mantenere il club o rivenderlo ad altri investitori».

Fair Play finanziario – «Come potete immaginare, ho un piano A e un piano B. Per l’Uefa ho presentato un piano più conservatore, che mostra però una netta progressione nei prossimi anni. Nel caso in cui il Milan non dovesse centrare l’obiettivo di qualificarsi alla prossima Champions League i prossimi investimenti sul mercato saranno certamente ridimensionati e saremo costretti a prendere in considerazione la possibilità di effettuare una cessione eccellente». 

Mercato – «Quest’anno e l’anno prossimo abbiamo previsto ulteriori perdite per il club e il signor Li si sta prendendo cura di ciò. Ha aumentato il capitale irrorando le casse di tanti soldi. Non dimenticate che questo è l’investimento più costoso che v’è stato nel calcio europeo dopo il cambio di gestione del Manchester United. Sperano, in due o tre anni al massimo, di portare il Milan a raddoppiare il proprio valore di mercato rispetto a quanto investito dal signor Li ma per farlo dobbiamo lavorare sul campo e anche fuori».

Yonghong Li – «Per noi in Italia, per la nostra cultura, è molto difficile pensare ad un Presidente come Yonghong Li. Qui abbiamo l’abitudine di avere proprietari e presidenti fisicamente molto presenti: frequentano le partite, frequentano i corsi di formazione, rilasciano frequentemente interviste. È quasi una sorta di assicurazione per i tifosi italiani vedere fisicamente all’opera i propri Presidenti. Per avere un presidente che non è così presente, che non rilascia le interviste e che ha un profilo ancora parzialmente sconosciuto da parte di tutti, in particolare all’inizio, ha rappresentato un ostacolo parziale nel rapporto con i tifosi. Ma quello che vedo ora è una situazione radicalmente diversa. Per esempio domenica scorsa a Crotone il signor Han Li era alla partita e ho visto un sacco di fans fare la fila per farsi un selfie con lui. All’inizio c’era dello scetticismo, ci si chiedeva chi fossero questi investitori cinesi ma ora è diverso. Sanno di più su di loro e vedono che hanno investito molto per questo club. Yonghong Li non è un proprietario che decide di investire sul calcio in Italia solo per fare una speculazione, come è successo con altri club (Thohir ndr). Lui è un proprietario serio che vuole rendere di nuovo grande il Milan e sta investendo con i propri soldi».

Undici acquisti – «Avremmo potuto deciso di firmare tre o quattro giocatori quest’anno e altri tre o quattro il prossimo anno. Ma insieme al direttore sportivo Mirabelli abbiamo compiere una grande rivoluzione già quest’anno. Sappiamo che questo complica leggermente l’integrazione di tutti i nuovi elementi in rosa ma la nostra strategia ci permetterà di cambiare meno il prossimo anno potendo contare su un’ ossatura già rodata e di alto livello. È un rischio calcolato, a nostro parere».

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