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Come potrebbe cambiare il calcio con i fondi derivati dal gambling

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Il calcio ha bisogno di nuovi introiti, capaci di riportare in alto la Serie A e di ridare vitalità a tutte quelle attività collaterali al mondo del pallone, e che del pallone stesso si nutrono.

Alcune di queste attività parallele, nello specifico, devono molto al mondo del calcio, da cui traggono linfa e vitalità, senza dare però quasi nulla in cambio: il riferimento qui va al mondo del gambling e, dunque, delle scommesse, che spesso e volentieri si nutrono dei più grandi incontri della Serie A, che però a sua volta non trae beneficio dal giro di denaro che interessa la galassia alternativa del betting.

È lo stesso Lorenzo Casini, presidente della Lega di Serie A, a portare alla ribalta la possibilità di un incontro più proficuo, per entrambe le parti, tra gambling e calcio. Il tutto, ovviamente, sempre nell’ottica del gioco responsabile, come promosso da portali quali https://www.slotmachineweb.com/, che da sempre si rivelano molto attenti al tema e dunque propensi a sensibilizzare in tal senso qualsiasi utente che si registri sul loro sito.

La situazione della Serie A

Nell’analisi di Lorenzo Casini, la Serie A non fa che perdere terreno in termini di introiti e diritti audiovisivi, davanti a Premier League, Liga e Bundesliga. La situazione comincia a essere preoccupante, e i margini di intervento sono diversi: da un abbattimento dei costi a un incremento degli introiti, fino al miglioramento delle infrastrutture. Per incrementare gli introiti, si potrebbe auspicare un maggiore coinvolgimento del mondo dei giochi e delle scommesse, costantemente alimentato dal calcio, che tuttavia non riceve nulla in cambio.

Gli esempi sono molto semplici da proporre: spesso, infatti, è il calciomercato stesso, con le sue indiscrezioni prima delle finestre temporali di compravendita dei giocatori e gli accordi finalmente raggiunti al termine di queste, a registrare un impatto su quote e bookmaker, che tuttavia non ringraziano di certo; almeno, non in modo economicamente tangibile. Se si potessero abbattere i costi relativi a procuratori e agenti da un lato, e trarre allo stesso tempo un minimo di introiti dal legame tra calcio e quote dall’altro, è probabile che la situazione economica della Serie A migliorerebbe agevolmente.

Allo stesso tempo, al di là delle ridotte finestre di calciomercato, il gettito legato alle scommesse è praticamente continuo. Si pensi ai tifosi che, con costanza o, al contrario, con saltuarietà, decidono di fare una visita veloce sul sito della Lega Serie A per controllare gli incontri previsti e le statistiche legate alle proprie squadre del cuore, e scelgono di puntare su uno o più esiti ben precisi. Di nuovo, se da queste microtransazioni, che nel complesso generano un volume di denaro dall’enorme valore, non venissero esclusi i club di Serie A e il mondo del calcio più in generale, molti problemi troverebbero soluzione: tra questi, la condizione degli stadi, sia a livello di strutture, che in termini di efficientamento energetico.

Le possibili soluzioni

Va da sé che, visti i numeri e l’entità dei problemi che al momento attuale segnano la Serie A italiana, un aumento degli introiti da investire nel settore sia di vitale importanza. Investire nel settore è dunque la risposta per migliorare lo stato della Serie A, che ultimamente ha perso terreno in maniera considerevole rispetto ad altre competizioni di spessore. La sofferenza dei bilanci dei principali club calcistici, così come il bisogno di modernizzare il 90% degli stadi legati alla serie A sono soltanto alcuni dei punti all’ordine del giorno.

Restare al passo con i tempi è necessario, sia in termini di implementazione di nuove tecnologie che possano coinvolgere meglio gli spettatori e i tifosi, sia guardando al ramo più classico dell’economia calcistica, ossia ai diritti per le dirette televisive. La Serie A, in quest’ultimo senso, è bloccata da regole che invece non caratterizzano le leghe straniere, generando un problema tutto italiano che ferma un consistente flusso di moneta, che altrimenti potrebbe riempire le tasche di club e addetti ai lavori.

Infine, un maggiore coinvolgimento, sempre nel rispetto delle disposizioni del Decreto Dignità che disciplina qualsiasi forma di sponsorizzazione del gioco d’azzardo, del gambling e del mondo delle scommesse nel suo complesso potrebbe rivelarsi funzionale a risolvere la crisi: in fondo, l’Italia e il Milan nello specifico hanno già visto una sinergia simile, grazie a una caccia al tesoro organizzata a inizio maggio al Casa Milan Store. Che sia questa la strada da seguire?

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