Peloso: «Milan Monza? Galliani non nasconderà la sua passione»
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Peloso: «Milan Monza? Galliani non nasconderà la sua passione»

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In vista di Milan-Monza di questo sabato, Antore Peloso, storico ex direttore di Milanello ha parlato ai microfoni di Sky Sport

In vista di Milan-Monza di questo sabato, Antore Peloso, storico ex direttore di Milanello ha parlato ai microfoni di Sky Sport:

La prima cosa che ha fatto entrando a Milanello? «Abbiamo comprato il fax, non ce l’avevamo»

Il Milan di Liedholm: «In quel periodo era un Milan un po’ diverso dal Milan di adesso, anche se Liedholm era un allenatore che sapeva tenere i giocatori. Nei primi tempi mancavano ancora molte cose. Io sono arrivato lì con l’incarico per Milanello e per la tifoseria. Mi hanno detto che c’era bisogno di una persona per dirigere il centro»

Su Berlusconi a Milanello: «Lui, consigliato dal suo agronomo, veniva su con il suo elicottero e quando arrivava mi prendeva per fare un giro: si parlava di tante cose. Da lì poi sono nati tutti quei lavori che erano già nati nel 1986 ma che non erano mai stati finiti. Volta per volta, durante il periodo estivo, facevamo dei lavori: mettevamo a posto le stanze, rifacevamo campi, un po’ di tutto»

Su Berlusconi presidente super vincente: «Me l’aspettavo perché sapevo quello che aveva fatto. Sapevo cosa era in grado di fare, non mi ha sorpreso per niente tutto quello che ha realizzato»

Oggi è stato il compleanno di Pioli, che ha festeggiato in modo fugace. Negli anni passati come venivano festeggiati a Milanello i compleanni? «Si facevano delle grigliate, si facevano nella zona dietro la cucina. Un episodio particolare? Mi ricordo con Carletto (Ancelotti, ndr) che abbiamo fatto una tavolata nella sala del camino e abbiamo portato tutti qualcosina. Lui aveva portato il culatello e il lambrusco, io avevo portato del prosciutto e dei dolci. Abbiamo mangiato bene e bevuto anche meglio (ride, ndr). E poi la torta, che era stata fatta fare a Carnago. Eravamo una dozzina di persone, un bel gruppo: pochi ma buoni»

C’erano dei “luoghi totem”, dove magari Berlusconi rimproverava la squadra? «Dentro gli spogliatoi. Nessuno doveva sentire, lui scendeva dall’elicottero e si dirigeva lì, mentre Galliani rimaneva davanti alla porta dello spogliatoio. Ogni tanto scappava fuori qualcosa. Una volta Ramaccioni (ex dirigente Milan, ndr) mi fa: “Qua c’è un virgolettato… Qualcuno ha parlato”»

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