Milan falcidiato dagli infortuni: sicuri non sia un problema di preparazione?

Molti degli ultimi infortuni che hanno colpito il Milan sono di natura muscolare. I rossoneri dovrebbero interrogarsi se non sia colpa della preparazione

L’infermeria di Milanello non è mai stata così piena. I rossoneri in ordine di tempo hanno perso Mattia Caldara (lacerazione parziale del tendine d’Achille – 4 mesi), Lucas Biglia (lesione al polpaccio – 4 mesi), Davide Calabria (problema alla caviglia – in attesa di ulteriori esami), Jack Bonaventura (infiammazione ai legamenti del ginocchio – 5/6 mesi), Mateo Musacchio (rottura del legamento crociato – 2 mesi) e ora anche Alessio Romagnoli (lesione al polpaccio – 1 mese). Nel novero degli infortunati non sono compresi Patrick Cutrone, che ha recuperato pienamente dal fastidio alla caviglia e Andrea Conti, che ha segnato una doppietta con la Primavera dopo essere stato fuori dal campo per più di un anno a causa di una doppia rottura del legamento crociato. Anche Ivan Strinic, fermato da un problema al cuore all’inizio della stagione, tornerà ad allenarsi lunedì. Per la maggior parte si tratti di infortuni di tipo muscolare e quindi viene naturale chiedersi se non ci sia qualcosa di sbagliato nella preparazione estiva scelta dall’allenatore Gennaro Gattuso e il suo staff.

Il Milan ha completamente rivoluzionato i suoi metodi di allenamento dal punto di vista fisico dallo scorso gennaio e solo quello di Caldara, che è arrivato a Milanello a settembre, non può essere considerato uno stop dovuto a questo fattore. La nuova dirigenza ora dovrà valutare seriamente se questa “moria” di giocatori sia effettivamente dovuta ad un problema di preparazione o nel lavoro dello staff medico. Elliott ha già dimostrato di non guardare in faccia a nessuno cambiando molti ruoli chiave all’interno della società e non è quindi da escludere una rivoluzione anche per quanto riguardo lo staff che si occupa dell’integrità fisica dei giocatori.