Adli si racconta al podcast: «Al Milan siamo più che compagni»
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Adli si racconta al podcast: «Al Milan siamo più che semplici compagni, ecco il numero più importante che ho in rubrica»

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Il centrocampista del Milan, Yacine Adli, si è raccontato nel corso dell’ultima puntata del podcast del club rossonero

Ospite dell’ultima puntata di Unlocker Room, podcast di Milan Media House, Yacine Adli si racconta così.

RICORDI D’INFANZIA – «Yacine Adli è un bambino che è cresciuto semplicemente, come penso tanti altri bambini. Sono nato a Villejuif, vicino Parigi, ho un fratello, una sorella, io sono il più giovane. I miei genitori hanno sempre cercato di darmi delle opportunità, non rimanere a casa. Ho fatto tante cose. Mio padre quando ero piccolo mi iscrisse al Judo, facevo anche scacchi, solfeggio, violino. Avevo tanti impegni e facevo tante cose, e dopo è venuto il calcio e mi ha presto la vita».

COM’ERA VILLEJUIF? – «Non ti dico che Villejuif è il ghetto, ma è una città tranquilla dove si vive insieme e forse se uno viene da fuori ti può dire che è una città un po’ strana, ma io che cono cresciuto là, conosco tutta la gente, quindi mi sento bene là».

I MIEI GENITORI – «Il mio papà è arrivato in Francia che aveva 9 anni, lui è del ’65. Dopo quando è tornato in Algeria è stato seguito anche dalla mia mamma, che è venuta dopo in Francia. Il mio papà parlava già francese, era integrato, e quando arrivi da bambino è più facile. Per la mia mamma invece è stato un po’ più duro, ma lei ha lavorato tanto per imparare la lingua, per trovare il lavoro. I miei genitori hanno subito preso il buon treno per andare avanti insieme e poi hanno avuto i bambini».

IL MIO RAPPORTO CON L’ALGERIA – «Si sono andato ma adesso sono quasi 12 anni che manco. Ho un rapporto legato ai miei genitori, a quello che contano per me. C’è tutta la famiglia di mamma lì, lei spesso va in Algeria, fa parte della nostra cultura. Abbiamo una famiglia di braccianti, quindi siamo gente semplice e siamo felici con poco. Abbiamo dei valori e sappiamo da dove siamo venuti».

L’INSEGNAMENTO DEI MIEI GENITORI – «Essere un uomo buono. Avere sempre un buon atteggiamento con chiunque».

LE VACANZE DA BAMBINO – «Ho pochissimi ricordi di quando ero piccolino, perché nel 2012 abbiamo vissuto in famiglia un momento difficile, mia sorella ha avuto un cancro, e questo non lo so se mi ha bloccato ma mi ricordo di pochissime cose prima di questo. Vedere i miei genitori preoccupati, la famiglia in dubbio, mi ha fatto questo effetto. Per noi la famiglia è troppo importante».

IL NUMERO PIÙ IMPORTANTE IN RUBRICA? – «Zlatan Ibrahimovic, ma ho anche Kylian Mbappé, anche se credo abbia cambiato numero».

IL MIO RAPPORTO CON LEAO E BENNACER – «Io ho un rapporto speciale con tutti, ed è questa la differenza. Si non possono dire che loro sono miei compagni, ma di più. Sanno tutti che qualcuno ha bisogno di qualsiasi cosa io ci sono, sul campo o fuori dal campo, ovunque».

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