Leao: «Un orgoglio avere la fiducia di tutti. Mi metterei nella top 11»
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Leao si racconta: «Un orgoglio avere la fiducia di tutti. Pioli come un padre, mi metterei nella top 11 mondiale, sulla fascia di capitano, il mio idolo e su Ibra…»

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L’attaccante del Milan Leao è stato intervistato da Sky: le parole del portoghese sulle sue passioni e sull’attuale momento

L’attaccante del Milan Leao ha parlato a SkySport analizzando le sue grandi passioni, il calcio e la musica, parlando anche della sua carriera, del rapporto con Pioli e il sogno Europa League.

MUSICA O CALCIO – «Tutte e due, sono le mie passioni. Sono cose che mi piace fare, un modo di espressione. Il calcio sempre con il sorriso quando entro in campo e la musica con le parole che faccio sentire agli altri di motivazioni e di mai arrendersi. Entrare a San Siro con la maglia del Milan è un onore».

MUSICA – «Mio papà era cantante, mio zio dj. Quando ho iniziato a provare a cantare è stata la quarantena. io non parlo molto ma poi ho iniziato a scrivere cose della mia vita, momenti difficili. 5 anni fa ero un bambino e adesso sono un giocatore importante che gioca in uno dei migliori club del mondo».

ESORDIO – «Io stavo facendo bene poi ho iniziato a fare allenamento con la prima squadra. Pedro Goncalves solitamente non prendeva giocatori giovani e quindi nella mia testa pensavo che sarebbe stato difficile. Io ho iniziato ad allenarmi e lui mi ha dato i consigli. Poi in una partita contro il Porto sono andato a scaldarmi e lui mi ha detto, preparati che entri. Avevo 18 anni, non ero pronto. La mia testa era o oggi o mai. Sono entrato e ho fatto gol. da li ho sentito che avrei potuto fare qualcosa di improtante. Sono stato fortunato ma sapevo che avrei potuto fare qualcosa di importante».

MOMENTO DIFFICILE – «Quando sono andato in Francia. Nuova lingua, campionato diverso e sono arrivato a parametro zero. C’erano due persone che parlavano in portoghese però sono stato 5 mesi in panchina. Sono cominciati i pensieri che forse non era stata la migliore scelta quella di essere andato in Francia. Abitavo da solo, non vedevo i miei genitori. Quello però mi ha fatto crescere, forse non sarei stato il giocatore che sono adesso».

GIOVANI AL MILAN – «Una sensazione incredibile. Simic è bravo ascolta consigli. Anche gli altri altri ragazzi come Camarda sono bravi. Importante è essere pronti e lui è pronto».

PUNTO DI RIFERIMENTO «Sapere che loro si aspettano tanto da me , mi da motivazione e mi spinge a dare il massimo».

CAPITANO – «Quella settimana era un momento così così. Il mister nel meeting mi disse che sarei stato capitano. Non me lo aspettavo ma è stato un grande orgoglio per me. Il Milan mi ha aiutato ad essere un giocatore di livello, anche senza la fascia è comunque una gioia. Speriamo di essere capitano altre volte»

IDOLO – «Il mio idolo è Ronaldo. Posso arrivare ai suoi livelli ma io non sono egoista. Se ho un compagno faccio il passaggio. In questo momento i numeri sono importanti. Messi, Haaland e Mbappè hanno i numeri che parlano. Quando metterò questa cosa nella mia testa forse arriverò a quei livelli».

TOP 11 MONDIALE – «In questo momento mi metterei. So che posso competere con gli altri. Sarebbe un 4-3-3. In porta Maignan, difesa con Cancelo, Ruben Dias, Thiago Silva, Theo, centrocampo Bellingam, De Bruyne e Modric attacco cone me, Vini e Mbappè».

IDOLO DI TUTTI – «Quando sono arrivato qua nessuno parlava di me e io oggi sono un idolo anche grazie a loro. Mi hanno messo una buona pressione perchè loro ogni partita sapevano di poter vedere qualcosa di diverso. Senza i tifosi non sarei il giocatore di adesso, è un orgoglio avere la fiducia di tutti»

GONNA – «Personalità. Mi piace provare tante cose».

RAPPORTO CON PIOLI – «All’inizio il rapporto era un po’ strano. Io sono una persona a cui devi dire le cose giuste e dirette senza girarci troppo intorno. Se mi parli 30 minuti non ti ascolto. Il suo approccio era aggressivo, io sono tranquillo e quindi devi saperti relazionare con me. Lui però mi ha capito ed è cambiato. Mi chiamava spesso per chiedermi della mia famiglia, se avessi bisogno di qualcosa, del modo di giocare. Da lì è cambiato il nostro rapporto come se fosse una relazione tra papà e figlio. Quando vado in campo ho la responsabilità anche di giocare per ripagare la sua fiducia. Lui merita il meglio, mi ha aiutato a crescere come un uomo e mi ha responsabilizzato. Mi dice sempre la cosa giusta, non dice cose a vanvera. Mi parla poco ma mi dice cose giuste».

IBRAHIMOVIC – «Quando facevo buone partite lui non mi diceva niente, quando giocavo male invece lui arrivava e mi diceva ‘Rafa…’. Mi trasmetteva una pressione positiva. Quando sai che una persona ti parla per aiutarti, sai che ti vuole bene e quindi i consigli di Ibra mi hanno aiutato. Adesso con il suo ritorno mi aiuterà ancora di più, è una persona importante per tutti noi e per il Milan. Fondamentale averlo con noi».

COSA PUÒ PORTARE IBRA – «Il campionato è lungo ma per vincerlo non puoi lasciare troppi punti per strada, soprattutto nelle partite giocate bene. Per conquistare il campionato devi vincere quasi tutte le partite e pareggiare quelle che non puoi vincere. Però la squadra quest’anno è migliore dello scorso anno. Le ultime vittorie hanno alzato il morale del gruppo, vogliamo provare a vincere qualcosa di importante quest’anno».

EUROPA LEAGUE – «Vogliamo vincerla. Ibra l’ha vinta, ci trasmetterà l’esperienza per poterla vincere. Il Milan non l’ha mai vinta. Con tutti i miei compagni sappiamo di avere la responsabilità di poter essere ricordati anche per quello».

SCUDETTO 2021 – «Una partita in particolare più che un’immagine. Contro la Lazio, con gol di Tonali. Emozione. E’ stato un momento di squadra, non abbiamo mollato fino alla fine. Dopo quella partita abbiamo capito che era scritto, era destino, sapevamo che avremmo vinto».

SUL RINNOVO – «Loro sapevano che volevo rimanere al Milan almeno un altro anno anche per il progetto sportivo e per far vedere cosa valevo. Sapevo di dover aspettare, era solo una questione burocratica».

CANZONE CHE FA PENSARE AL MILAN – «Quella che mettono allo stadio. ‘Che confusione, sarà perché ti amo, è un’emozione’».

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