Gattuso: «C'è tanto da lavorare. Servono regole e senso d'appartenenza, Suso m'incuriosisce» - Milan News 24
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Gattuso: «C’è tanto da lavorare. Servono regole e senso d’appartenenza, Suso m’incuriosisce»

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È tempo di conferenza stampa di presentazione per Gennaro Gattuso che, a Milanello, ha parlato della sua nuova avventura al Milan

È un Gattuso carico e motivato quello che si è mostrato a Milanello per la presentazione ufficiale: «Un giorno importante, c’è da lavorare e sarà duro ma come lo era prima quando alleni i giocatori, è un piacere allenarli. L’età media ha 21 anni, sono 16 nazionali. Non stanno attraversando un grandissimo momento. Quando sono andato all’Ofi Creta e a Pisa, quelle erano le preoccupazioni, qua no. A volte mi fate ridere, sembra che ho allenato gli esordienti per voi. Campionati diversi, nazioni diverse, c’è grande consapevolezza che questa squadra può fare bene».

IDEA SUL MILAN – «Io e il mio staff abbiamo la nostra idea, giocheremo con la difesa a tre ma giocheremo di reparto. Palla, tempo e spazio, questi sono i tre concetti che ho lavorato in Primavera. In Prima squadra non sono miei problemi, ho vissuto un rapporto bello con Montella, il modo di vedere il calcio è diverso sui concetti. Vincenzo ama il calcio che palleggia, gli ultimi 20/30 a me piace più verticalizzare».

PRIMAVERA – «Per me il gruppo è importante, ci sono trenta persone che giocano e trenta fuori che possono fare danni più della grandine. Il primo ad essere dispiaciuto sono io, volevo completare il lavoro. Ringrazio loro, uno dei problemi che non ho mai avuto è la costruzione dei gruppi. A questi sono entrato nella testa, vedevo una squadra convinta che sapeva soffrire e sapeva far male. Ringrazio per quello che mi hanno dato».

EMOZIONI – «Le stesse di quando giocavo. Per me è un Paradiso, mi viene il mal di testa solo a guardare i campi. Gli stipendi arrivano puntualmente, c’è bisogno di passione e lavorare. Mi piace, mi dà adrenalina e per me il sogno continua. Per me è un privilegio».

GIOCATORI – «La squadra ha qualità, dobbiamo diventare squadra però. Dobbiamo giocare come la Primavera, giocare in maniera quadrata. Quando sbagli c’è un compagno che aiuta, la qualità c’è. La squadra dimostra di saper girare la palla, bisogna essere compatti quando c’è da soffrire».

CHAMPIONS – «Oggi non guardo la classifica, ci sono 72 punti disponibili. Pensiamo al Benevento come se fosse la finale di Coppa del Mondo. A fine partita c’è la Champions, bisogna ragionare così. C’è bisogno di riuscire a cambiare, ad avere una consapevolezza maggiore. Se non stai bene mentalmente, fisicamente a San Siro la palla scotta. La cosa più importante è riuscire a dare qualcosa in più».

SPIRITO «Quello mi è rimasto, la rabbia e la veemenza a caratteriale c’è. Mi sembra riduttivo che si parla solo di grinta, cuore. Ho studiato, non mi hanno regalato il patentino. Se guardi ogni anno ci sono novità, ci sono colleghi bravi. Bisogna preparare le partite, non si preparano con cuore e grinta. La chiave è quello che c’è a Milanello e forse si è persa, la storia, non dimenticare le regole, le usanze, senso di appartenenza. Per correre durante la settimana si deve prepararsi, il calcio è fatica».

ATTACCO – «Dipende, anche va visto come stanno. I tre in difesa e quattro a centrocampo sicuramente».

BERLUSCONI – «Tante volte mi è capitato di sentirlo, il pres è uno dei più vincenti della storia del calcio. Grande conoscitore di calcio, abbiamo parlato di attaccanti, di come il DNA del Milan deve giocare. Tutte le cose che pensa, non ho fatto finta di ascoltarlo».

YONGHONG LI E NUOVO GATTUSO – «Il presidente non parla inglese, abbiamo deciso di trovare il modo di scambiarci due parole. In calabrese non parla (ride, ndr). Kessié è molto più forte di me, più esplosivo e qualche gol in più nelle gambe. Spero di mentalità di averne più di uno, oggi abbiamo bisogno di questa mentalità e fare molto di più».

ESPERIENZA «Ho preso tante legnate, dopo cinque sei mesi a Creta e metto in condizione persone che hanno famiglie a non prendere stipendi. La passione ti porta a sbagliare, quando hai figli e non ti pagano vai in difficoltà se non hai stabilità economica. A Pisa uguale, con tanta sofferenza. Tante volte si faceva fatica, il borsone e si andava in giro a cercare un campo. Sulle lavagne e sui fogli sembra tutto facile, il campo è un’altra cosa. È un Rino diverso, ha fatto tanti giri per migliorare nel nuovo lavoro. Non mi dà fastidio, dopo due/tre partite che sbagliavo mi dissero che ero stato baciato dalla fortuna. I miglioramenti sono arrivati perché mi allenavo ore più altri, sono stato intelligente. Non leggo più, ho cambiato modo di gestire il mio lavoro. Oggi faccio fatica leggere un giornale, voglio stare tranquillo ed avere la consapevolezza della mia forza».

PROTAGONISTA «Oggi è la paura che mi brucio, ho la mia opportunità. Pensa se quello che mi preoccupa, vado in ospedale quando mi esce il sangue. Non metto i punti».

CRISI DI GOL – «Da allenatore ho segnato poco e subito poco, ci lavoriamo. Non è solo problema del gol, è generale. Con il Torino ho visto una squadra che ha creato, ha cambiato anche a livello tattico. Quando si arriva e si sbaglia ci sta, l’importante è arrivarci».

ANDRE SILVA«Giocatore dalle grandissima qualità, non ha fatto benissimo in campionato. Se lo proponi sul mercato lo comprano domani mattina, deve giocare più con la squadra. Fa grandi cose con la palla al piede, fa dei grandissimi tagli e la palla non gli viene data. Fa belle cose a livello personale, difficilmente lo vedo fare uno-due o andare sulle respinte».

DIFFERENZA«Giochiamo con squadre piccole ma bisogna farsi trovare pronti, bisogna migliorare noi i nostri concetti».

BONUCCI – «Il capitano è lui e rimarrà lui. Ho parlato con tutta la squadra, con una delegazione della squadra ieri. Ho visto ragazzi che hanno voglia di mettersi a disposizione, di lavorare nei loro occhi. Ho chiesto senso di appartenenza e amo una squadra che ha disciplina. Il resto lo voglio vedere in campo. A me non interessa se i giocatori non si sopportano. Io mi mettevo nel fuoco per il mio compagno. Se c’è qualcuno che fa fatica a capire l’italiano, il gruppo deve aiutarlo».

MIGLIORE QUALITA’ – «Se non dai grande intensità e alleni male la domenica non vanno, se sbagli gli uomini idem. Io mi sento a mio agio quando lavoro in campo. Penso di avere grande padronanza per gestire tutto questo».

CHIAMATA – «Sacchi, Terim, Capello, Ancelotti. Ho chiuso il telefono ieri».

CUTRONE – «Durante la settimana valuto molto, il campo parla. Il rettangolo verde va fatto parlare, parte come André Silva, Kalinic e tutti gli altri. Ha caratteristiche con giocatore che gioca con il veleno addosso, sembra tarantolato. Abbiamo bisogno di questo spirito».

QUALE GIOCATORE INCURIOSISCE – «Sento dire Suso che sa fare sol l’esterno, mi incuriosisce se è vero. Kessié ultimamente non va dentro, l’anno scorso era devastante. Tante cose mi incuriosiscono e solo con il lavoro e con il tempo, anche se il tempo è poco e dobbiamo fare risultati».

VINCERE QUALCOSA – «L’Europa League, Coppa Italia. È una maglia che pesa, tutto questo non dobbiamo dimenticarlo. Tra vittoria e sconfitta c’è differenza, quando perde deve bruciare. Ma tanto. Quando si arriva a Milanello bisogna sembrare che ci sia un funerale».

TRAGHETTATORE – «Posso pensarlo se mancavano quattro partite. Lo dicono i punti a disposizione, le partite che mancano. Ripeto, io so di non piacere a tutti. I miei pregi e difetti li so, so quello che posso dare e che concetti posso dare alla squadra. Mi definisco uno che deve imparare a contare, sento molto le partite e le vivo molto. Mi sentivo vivo, quando scendo in campo sento lo stesso formicolio di quando giocavo».

GRUPPO BASE – «Mi baso su quello che vedo durante la settimana. Qualcuno è fondamentale, però durante la settimana bisogna pedalare. Metto in campo chi sta meglio».

PRIMO ALLENAMENTO – «Noi abbiamo dei parametri, domani faremo un lavoro muscolare ad alta intensità. Alla squadra ho detto le stesse cose di come sono io. Ho premesso che qualche volta può arrivare qualche parola fuori posto, ho chiesto di non essere permalosi sia in campo e fuori».

CONSIGLIO – «Tutti su per giù, picchia duro».

 

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