Conferenza stampa Inzaghi: le parole dell'allenatore nel post
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Conferenza stampa Inzaghi: le parole dell’allenatore nel post

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Simone Inzaghi ha parlato in conferenza stampa nel post partita di Inter Milan in Champions League. Le parole dell’allenatore

Simone Inzaghi ha parlato in conferenza stampa nel post partita di Inter Milan in Champions League. Le parole dell’allenatore:

«Grandissima, è un sogno che avevamo coltivato già dai sorteggi. Dovevamo crederci, ma l’abbiamo ottenuto con merito: nessuno ci ha regalato niente, abbiamo avuto un percorso lungo, con delle difficoltà, ma penso che ce lo siamo guadagnato. È una serata splendida, domani ci renderemo conto, ma non si può chiedere di più»

Che impulso per la scuola italiana.
«È una soddisfazione incredibile, Invernizzi era l’unico allenatore italiano ad aver raggiunto la finale di Champions con l’Inter. Sono orgoglioso, è un traguardo ottenuto con merito, abbiamo fatto, a parte il girone che sappiamo dove siamo passati, andando a Plzen che se non vincevamo forse non riuscivamo neanche a passare il turno, siamo passati per Porto, Lisbona, la semifinale col Milan. Sono stati giorni intensi, organizzare una gara così in due giorni e mezzo non è da tutti. Ragazzi strepitosi, complimenti a loro»

Quando sono stati sorteggiati i gironi, pensavi di più al campionato o ad arrivare in finale di Champions?
«Parla la mia carriera, giovane. Io non guardo competizioni, campionato, non faccio distinguo: sapevamo cosa ci avrebbe aspettato quest’anno, soprattutto dal primo aprile in poi. Non dimentichiamo che c’è stata una Supercoppa a gennaio, se n’è parlato poco forse perché l’Inter l’ha vinta anche l’anno scorso. Il primo pensiero di questa sera è che quando sono stato ingaggiato dall’Inter mi è stato chiesto di arrivare agli ottavi dopo 11 anni: l’anno scorso ce l’abbiamo fatta, adesso siamo in crescendo e c’è grande soddisfazione per il lavoro mio e del mio staff»

Vuole essere l’allenatore dell’Inter anche l’anno prossimo?
«Assolutamente sì, ho un contratto anche per l’anno prossimo. Serate del genere ti legano ancora di più all’ambiente dove sei, ma non c’è bisogno: io e il mio staff ci mettiamo un impegno folle, siamo stati bravi ad ascoltare poco e lavorare tanto nei momenti meno belli… Da Plzen a Istanbul il viaggio è stato lungo, so chi ci è stato e chi ci è stato un po’ meno: sono nel calcio da anni, sono un allenatore che sa qual è il suo mestiere»

Chi preferisce tra Real e City?
«Chi capita, capita male. Guarderò la partita di domani come ho visto l’andata, la seguiremo con attenzione: ho dato un giorno di riposo ai giocatori domani, perché era dal primo di aprile che non l’avevamo. È stato meritato, da giovedì ci ritroveremo perché abbiamo da preparare una partita di campionato a Napoli. Voto? Adesso è molto molto positivo per il cammino fatto nelle coppe, da Riyad alla finale che sarà da fare mercoledì. Un voto non ripiace darlo, ma si può migliorare avendo due finali da fare»

In Inghilterra sembra che la finale sia City-Real. Cosa risponde?
«Ma io penso che l’Inter e il Milan abbiano fatto un’ottima semifinale tutte e due. È un derby cittadino e sono state due partite intense, è normale che quando vai ad affrontare il City o il Real si parte sfavoriti, ma il calcio è sempre aperto: il Real Madrid l’abbiamo incontrato l’anno scorso e abbiamo perso due partite, ma giocando bene. Il Manchester City non ha bisogno di presentazioni: guarderemo e chi arriverà arriverà»

Lautaro in un momento pazzesco. Può ambire al Pallone d’Oro?
«Chiaramente sì, è un giocatore ancora giovane, con tantissime qualità, non è solo un finalizzatole e lavora tantissimo per la squadra. Stasera è stato grandissimo in entrambe le fasi. Sono contento di allenarlo, è stata una serata fantastica un po’ macchiata dall’infortunio di Mkhitaryan: speriamo non sia grave, è un giocatore importantissimo nella nostra economia. Mi spiacerebbe… Si è guadagnato su campo la possibilità di giocare due finali, qualcosina ha sentito»

È un percorso che si chiude da Istanbul a San Siro?
«Sono d’accordo, non bisogna fare calcoli perché mi ha fatto venire in mente il ritorno di Liverpool al ritorno. C’era la possibilità di passare, si giocava col Torino tre giorni dopo e in quella gara abbiamo perso sia Brozovic che De Vrij. Però non mi piace fare calcoli, la Champions è la Champions, la Coppa Italia è la Coppa Italia, il campionato è il campionato. Non bisogna fare calcoli, ma dal primo aprile per arrivare a questa forma fisica abbiamo lavorato bene insieme allo staff e adesso abbiamo avuto delle valutazioni che ci hanno permesso di avere giocatori come Lukaku, Correa, Brozovic freschi»

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