Sacchi, sincerità tagliente: tante critiche e qualche elogio - Milan News 24
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Sacchi, sincerità tagliente: tante critiche e qualche elogio

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Arrigo Sacchi torna a parlare di Milan dispensando consigli ai giovani ragazzi rossoneri, secondo il tecnico molto più attenti all’immagine

Arrigo Sacchi non è nuovo a questo tipo di uscite, sempre sincere quanto dirette che molto spesso gli hanno causato qualche imbarazzo, a memoria ricordiamo le risposte piccate di Ibrahimovic e di Allegri alle riflessioni poste dall’ex tecnico di Milan e nazionale. Sacchi ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in occasione di Milan-Napoli, bacchettando di fatto due giovani rossoneri che potremmo tranquillamente definire colonne portanti di questa squadra, ovvero Romagnoli e Cutrone: «Romagnoli è cresciuto meno del previsto. Ha grandi qualità, ma deve lavorare tanto, badando meno all’immagine. Guanti e maniche corte? O hai freddo o non ce l’hai… Cutrone può diventare un grande attaccante. Deve sorvegliare di più i comportamenti: alla sua età meglio evitare di lamentarsi per una sostituzione o contestare un arbitro esperto come Orsato. La modestia aiuta a crescere. Conti ha talento e coraggio».

SU GATTUSO ED ANCELOTTI- Parole di elogio invece per Gattuso e Ancelotti, i due allenatori che insieme hanno portato il Milan nella leggenda, quando ancora Gattuso giocava mentre Re Carlo costruiva le sue fortune anche da tecnico, dopo quelle conquistate sul campo: «Gattuso lo volevo all’Atletico Madrid quando giocava nei Glasgow Rangers. Ragazzo eccezionale, merita il meglio. È stato anche mio inquilino. Gli dicevo: ‘Rino, le porte si aprono con le mani…’ Ha già fatto tantissimo: ha ridato alla squadra dignità e orgoglio. Nonostante assenze importanti e valori tecnici non eccelsi, sta tenendo il Milan in zona Champions. Deve crescere con i giocatori per arrivare a un gioco più fluido. Ancelotti? Solo lui avrebbe potuto conquistare i napoletani dopo Sarri e nessuno avrebbe fatto meglio di così. Con la Lazio ha giocato benissimo. Ma, a volte, Carlo dovrebbe dimenticarsi di essere italiano… A Liverpool, per esempio, è stato troppo tattico. Con Maksimovic bloccato dietro ha tolto un uomo alla costruzione. E Klopp ha imperversato con i due terzini offensivi. Ricordo quando lo mettevo nella gabbia di Milanello con quella belva di Rijkaard, uno contro uno. Mi chiedeva: “Mister, ma cosa le ho fatto di male?” Ci sentiamo spesso».

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