Ibrahimovic: «Mi sento ancora giovane, ecco perchè sono al Milan»
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Ibrahimovic: «Mi sento ancora giovane, ecco perchè sono al Milan»

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Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan, ha rilasciato una bella intervista a Milan Tv: di seguito le sue dichiarazioni

Intervenuto alla terza puntata del format “On the pitch” su Milan Tv, Zlatan Ibrahimovic ha dichiarato:

INIZI ALL’AJAX: «Già in quell’epoca il Milan era incredibile, tutti volevano giocarci. Con tutti i grandi giocatori che c’erano e per tutto quello che vincevano. Il mio Ajax era una squadra di talenti, tanti ci rispettavano, poi molti di quella squadra hanno avuto successo. Sono felice ed orgoglioso di aver giocato con quei giocatori e anche nell’Ajax, che è una grande scuola di calcio».

ASSIST PIU VECCHIO: «Un record per vecchietti, io mi sento giovane, però è bello. L’importante per me è vincere la partita, io faccio tutto per aiutare, se poi lo faccio da più vecchio va bene».

CONTRIBUTO: «Io sono uno che vuole aiutare in tutti i modi, non ho l’ego di voler fare tutto io. Sono qua al Milan per dare tutto, per aiutare i miei compagni a migliorare, avere successo e capire cosa facciamo: è un sacrificio, un lavoro e un impegno per vincere, non lo facciamo per perdere tempo. Quando fai assist è come aver fatto un gol. Faccio tutto per aiutare. Anche da più vecchio va bene».

RICHIESTE AI GIOVANI: «Ai giovani chiedo sempre se davanti al portiere con un compagno segna o fa assist. Se mi dice sì, gli rispondo che ‘con me è difficile che giochi’, perché l’assist vale come un gol, quella è la mentalità giusta. Ci sono poi dei giocatori che puntano solo al gol, ma per me così non godi uguale, non sei completo, sei più completo se porti un compagno al tuo livello».

GOL ALLA LAZIO: «Ho smesso anche di allacciarmi la scarpa perché ho pensato che là stesse per arrivare una situazione in cui potevo fare gol, come attaccante ho deciso subito di correre verso la porta. In più conosco Ante e cosa è capace di fare, infatti mi ha dato un pallone perfetto. È stato un gol semplice ma che non lo è, perché parte dall’inizio, non dall’ultimo metro. Per un gol così serve un feeling, o ce l’hai o no, non si può creare o imparare. Per questo in una squadra si hanno 11 giocatori diversi in molte cose che vanno insieme».

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