Oddo: «Ecco i miei aneddoti sul Milan e il rapporto con Ibra»
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Oddo: «Ecco i miei aneddoti sul Milan e il rapporto con Ibra»

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Oddo ha voluto raccontare a tutti gli amanti del calcio diversi aneddoti sul Milan, i suoi trasferimenti e il rapporto con Ibrahimovic

Ecco le parole di Oddo, intervistato da Pellegatti su Instagram, in merito al suo passato da calciatore ai tempi del Milan.

Rossonero sin dalle giovanili – «Il Milan è stata la squadra che ha creduto in me più di tutte fin da giovane. Feci dei provini, mi scelsero anche altre squadre, stavo tornando da un provino con la Lucchese che mi aveva già scelto, ma mi dissero di andare a Parma per fare un provino col Milan. Andò benissimo, il Milan mi prese e poi approdai in rossonero. Sono stati due anni difficili, formativi, in giovane età è difficile allontanarsi da famiglia e amici, ma è stato un periodo in cui sono cresciuto anche a livello umano. Stare ventiquattr’ore su ventiquattro con i grandi campioni del Milan è stato molto importante»

La trafila prima di tornare al Milan – «È stata una sorta di rivincita per me. Andai in giro per 4/5 anni in prestito, facendo sempre grande fatica ad affermarmi, nel momento in cui esplosi a Monza in Serie B mi prese il Napoli. In quell’anno mi consacrai sia come ruolo che da giocatore di una squadra importante, arrivò una proposta del Verona e il Milan mi vendette, ci rimasi un po’ male. Poi andai alla Lazio e nel 2007 ci fu questa trattativa estenuante, si vociferava di un mio ritorno al Milan da almeno due anni. Ci sono aneddoti bellissimi. Il 30 gennaio mi chiamò Galliani e mi disse: “Signor Oddo abbiamo concluso l’affare e domani ha un aereo prenotato per Milano”. Il giorno dopo alle 7:30 mi chiamò di nuovo dicendomi: “La trattativa è saltata”. Quell’anno Foggia, che era un giocatore del Milan, era in prestito alla Lazio, la Lazio aveva pagato quel prestito 300.000 euro. Lotito durante la notte pensò di aver pagato 300.000 euro di prestito, quindi a Galliani disse di rivolere 150.000 euro. Galliani perse la pazienza e fece saltare la trattativa. Poi io chiamai Lotito per convincerlo e lui richiamò Galliani: “Facciamo così, non mi dai i 150.000 euro di Foggia, ma se dovessi vincere la Champions League mi paghi Foggia”. Galliani è un po’ superstizioso, temendo la furia di Lotito accettò, poi vincemmo la Champions League e Lotito si prese altri 300.000 euro»

Ancelotti – «Oltre all’aspetto tecnico tattico che è sempre importante, lui ci trasmetteva sempre grandissima serenità, la sua esperienza ci permetteva di arrivare a queste partite con la giusta tensione»

Milan-Celtic – «Era un Milan malaticcio, in campionato stentava molto, quando arrivai non era nelle prime posizioni in classifica. Durante il sorteggio eravamo felici di aver beccato il Celtic, era la squadra teoricamente più abbordabile sulla carta. Andammo a giocare la prima partita in uno stadio meraviglioso, gente che faceva un casino incredibile, non facemmo una gara bellissima, pareggiammo 0-0, rischiando anche di perdere. Al ritorno eravamo convinti di passare il turno ma la gara si rivelò molto ostica, il Celtic ci mise in difficoltà e ci ha portato ai supplementari. Kakà si inventò questo gol, quello fu l’inizio del grandissimo Kakà che ci ha portato fino in finale»

Milan-Bayern Monaco – «Fu il mio primo assist in Champions League, credo sia stato il primo gol di testa di Pirlo. Facemmo una buona partita, il Bayern era una grande squadra. L’avevamo quasi sfangata ma poi ci fecero gol a fine partita, già il 2-1 non era un risultato dei più belli in casa giocando il ritorno all’Allianz. I due momenti clou della stagione però furono il gol preso al 90′ col Bayern e quello preso al 90′ a Manchester. Con due risultati diversi l’approccio ai ritorni sarebbe stato diverso. A Monaco di Baviera abbiamo giocato una delle più belle partite, in campo c’eravamo solo noi, siamo partiti fortissimi, l’umiltà ha fatto sì che facessimo una partita incredibile, strameritata. Prima dei due gol avevamo avuto già diverse occasioni, abbiamo dominato in lungo e in largo dall’inizio»

Ibrahimovic – «Dipende quali sono le ambizioni societarie e dalle possibilità che si hanno di fare mercato. Se fossi allenatore del Milan io lo terrei, ma non dipende né da me né dai tifosi. Molto dipenderà dall’allenatore, la società dovrà assecondarlo in base alle sue idee di calcio»

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