Ecco come Gattuso "controllerà" le vacanze dei propri giocatori - Milan News 24
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Ecco come Gattuso “controllerà” le vacanze dei propri giocatori

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Gennaro Gattuso racconta che utilizzerà speciali Gps per monitorare se i giocatori seguiranno il programma prestabilito per le prossime vacanze

Intervistato da MilanTV, Gennaro Gattuso, che domani festeggerà i propri 40 anni, ha così parlato della mini-vacanza concessa ai propri calciatori visto il turno di riposo in campionato: «Non fanno male 3-4 giorni di pausa. Abbiamo dato il programma di lavoro a tutti, e il gps. Speriamo ci sia grande professionalità, ma penso proprio di sì. Non credo che qualcuno darà il gps a qualche parente. Penso che non ci possiamo permettere in questo momento una settimana senza fare niente, ma è giusto che ci siano questi regolamenti».

RITIRO AMMUTINATO – «Mi sarebbe piaciuto portare tutta la squadra a Dubai, con le famiglie. Poter lavorare tutti i giorni anche solo un’ ora, un’ ora e mezza e poi lasciarli liberi. Avevano però tutti comprati i biglietti per le loro destinazioni. Sarà per una prossima volta».

IL NUOVO ANNO – «Dobbiamo lavorare, lavorare e lavorare. Capire quello che si fa, più in fretta possibile e pensare partita dopo partita. Non siamo nelle condizioni di fare calcoli, dobbiamo pensare partita dopo partita. Proveremo a migliorare la classifica. La priorità è migliorare a livello fisico e mentale. Vedremo poi dove saremo arrivati. Vincere aiuta a giocare meglio, permette di lavorare più sereni. Questa squadra in questi 50 giorni ha lavorato tantissimo. Mancava solo che gli chiedessi di mettere gli scarponi e penso che qualcuno di loro lo avrebbe pure fatto».

CARATTERE – «Contesto spesso mia madre, le dico che avrei voluto un carattere meno focoso. Tante volte sembra che io mi diverta, invece faccio fatica a vivere le cose. Le vedo con la mia passione, con i miei occhi. Mia moglie mi dice che sono un pazzo da rinchiudere. Sono nato così, non ci possiamo fare nulla».

L’ALLENATORE – «Questo è il quinto anno che faccio il mestiere di allenatore e devo dire che è molto diverso. Ho molte più pressioni, molte più responsabilità. Da giocatore sicuramente mi divertivo molto di più, però non rinnego. Anzi, metto grande passione e voglia in quello che faccio. A 40 anni allenare una squadra come il Milan, è per me motivo di orgoglio. Il modo di comportarmi e di dialogare con le altre persone è rimasto uguale»

IL MOMENTO DEL MILAN – «E’ vero che quando non arriva il risultato positivo, sento grandi responsabilità addosso. Nel quotidiano però è cambiato poco. Vedo grande senso di appartenenza quando parlo con i ragazzi che lavorano a Milanello. Sono rimasti in tanti, qualcuno non c’è più. Ho grande rispetto per tutti gli addetti ai lavori. Tante volte l’esperienza la conferisce la credibilità. Quando fai l’allenatore, ci sono tanti componenti da gestire: staff medico, la stampa. Tutto questo non mi pesa, mi sento a mio agio. Il problema è essere credibili in tutto quello che si propone»

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