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Astori, un anno senza il capitano: il tempo si è fermato e inumidisce ancora gli occhi
Astori un anno dopo, sui campi della serie A il ricordo del capitano della Fiorentina, scomparso prematuramente ma vivo nel ricordo
Astori nella mente e nel cuore di ognuno di noi, in maniera differente, in maniera vera ed autentica. Il capitano della Fiorentina un anno fa ci lasciava tra lo sgomento di una normalissima domenica di Marzo, una di quelle che ricorderemo per sempre. Un anno dopo le sensazioni, tornando con la memoria a quelle drammatiche ore, sono ancora le stesse, la gola si stringe e gli occhi brillano, come accaduto ad Ilicic durante la gara tra Atalanta e Fiorentina, oppure a Bernardeschi durante il ricordo nel match contro il Napoli. In tanti hanno giocato con lui, gli hanno voluto bene e ne hanno saputo apprezzare le doti prima come compagno di squadra e amico e poi come giocatore, sempre pulito, onesto, un vero capitano.
PIOLI A BERGAMO- Un certo effetto lo ha fatto vedere Pioli durante il ricordo di Bergamo, lui che insieme al resto della squadra, quella mattina fu il primo a fare la terribile scoperta. Come si supera un dramma del genere nella vita? Impossibile saperlo, forse solo facendo silenzio dentro noi stessi, nel momento in cui gli dedichiamo un pensiero. Certo ci vuole una forza pazzesca per andare avanti quando la vita i mette di fonte ad una prova così dura, in questo Pioli ha dimostrato di essere un grande uomo, oltre che un’ottima guida per il resto del gruppo.
NON DIMENTICATEVI DI RICORDARLO- Nessuna intervista ma una lettera che ad un anno dalla scomparsa di Davide, i genitori Anna e Renato Astori hanno affidato a Sky e che è stata letta nel corso della trasmissione “Sky Calcio Show”. Nei giorni precedenti avevano spiegato, dalla loro casa a San Pellegrino Terme, in provincia di Bergamo, che non avrebbero rilasciato interviste: “Troppo dolore”. “Un anno senza Davide non si può raccontare. Non esistono le parole, ma forse neanche servono, perché in fondo quello appena passato è stato un anno con Davide, in un modo diverso e che non avremmo mai voluto scoprire, ma comunque insieme a nostro figlio. Ecco, insieme è la parola che vorremmo pronunciare più forte, ma non possiamo. La nostra voce oggi non è più quella che Davide ha sentito sin da bambino e forse adesso farebbe fatica a riconoscerla, perché il dolore l’ha cambiata per sempre. Per questo non riusciamo a leggere questa lettera e affidiamo a voi i nostri sentimenti, così come tanti amici hanno fatto in questi giorni in cui il ricordo si è fatto inevitabilmente più intenso”.
UN RAGAZZO GENTILE- “Tanti in questi mesi ci hanno detto che il nostro Davide era speciale, dotato di una gentilezza rara, spesso disarmante. Ed è vero. Davide non doveva sforzarsi per esserlo, è sempre stato così, sin da bambino: naturalmente, istintivamente, gentile. Ma guai a scambiarla per debolezza o remissione: era la sua forza. Davide era fortissimo, era la roccia a cui aggrapparci. Per questo noi oggi cerchiamo di essere forti come lui, ma soprattutto come lui ci vorrebbe. Continuate a ricordarlo e non stancatevi di raccontarlo. Rivederlo sorridere in una foto, osservarlo correre nelle immagini, sentirlo nei vostri aneddoti non ci fa soffrire: per noi è come riabbracciarlo ogni volta”.