Allenatore solo se si è giocato, Sacchi: «Situazione ridicola»
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Allenatore solo se si è giocato in Serie A o B, Sacchi: «Situazione ridicola»

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L’ex allenatore italiano Sacchi ha criticato la regola che per accedere al supercorso per allenatori a Coverciano bisogna aver giocato in Serie A o B

Arrigo Sacchi, storico ex allenatore italiano, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha criticato duramente la regola che c’è in Italia per cui, per ottenere il patentino da allenatore di Prima Categoria Uefa Pro, bisogna aver giocato un certo numero di partite in Serie A, B o in Nazionale.

SACCHI SENZA TESSERINO – «Lo so, e questa è una situazione ridicola, oltre che ingiusta. Non capisco: ma per essere un bravo fantino devo essere stato un cavallo? Qual è il criterio? Io avrò fatto onore al calcio italiano o no? Eppure non ho mai giocato oltre la Quarta Serie. In questo sistema sento lo sgradevole puzzo delle consorterie e del clientelismo, che sono cose tipicamente italiane». 

RISOLVERE IL PROBLEMA – «C’è un solo metodo: liberalizzare. Il nostro calcio ha bisogno di rinnovarsi per continuare a generare interesse. E per rinnovarsi ci vogliono le idee. Siamo sicuri che un medico, un ragioniere o un idraulico, dopo un adeguato corso di formazione al quale deve seguire un esame serio, al termine del quale si può anche essere bocciati, mica come oggi che vengono tutti promossi, che questi soggetti non possano portare al calcio nuove idee? Si deve svecchiare l’ambiente, aprire le porte e le finestre, fare entrare aria fresca. Altrimenti resteremo sempre prigionieri del passato e dei soliti luoghi comuni». 

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