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Serafini: «Mezzo DISASTRO del Milan, tutto è in DISCUSSIONE. Fonseca? E’ a RISCHIO» – ESCLUSIVA

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Serafini: «Mezzo DISASTRO del Milan, tutto è in DISCUSSIONE. Fonseca? E’ a RISCHIO». L’intervista – ESCLUSIVA

L’avvio choc in campionato del Milan, la situazione in bilico di Fonseca, il caso Leao-Theo Hernandez, il mercato e tanto altro. Il giornalista, scrittore e tifoso Luca Serafini in esclusiva a Milannews24 parla dei rossoneri in vista della ripartenza dopo la sosta delle nazionali.

Che giudizio dà Serafini a questo avvio di stagione del Milan?

«Il giudizio è come quello di tutti: come può essere positivo? E’ stato un mezzo disastro. 2 punti in 3 partite non poteva prevederlo neanche il peggiore dei pessimisti soprattutto perché durante la preparazione estiva e il tour in America era sembrato, al di là dei risultati che ad agosto non contano niente, che la squadra avesse un’identità e una sua fisionomia. E che quindi, di conseguenza, quando al posto dei giovani sarebbero entrati i titolari, si sarebbe visto qualcosa di più concreto. Questa era la speranza di tutti. Purtroppo invece questo non è successo».

Come se lo spiega?

«Per la condizione di quelli che sono arrivati e perché le idee di Fonseca non sono state ancora recepite. Questo ha scatenato un processo sommario che parte da lontano. Quando fai 2 punti in 3 partite il tifoso, ma anche l’opinionista, gli ex allenatori dicono che è stato un errore mandare via Maldini, un errore mandare via Pioli… Finisce tutto in discussione, anche il mercato che pure è stato un discreto mercato. Ma tutto viene meno perché i risultati condizionano tutti i giudizi, non c’è niente da fare».

Fonseca è già a rischio?

«Gli allenatori sono sempre a rischio. Nella mia vita ho visto allenatori esonerati dopo aver vinto due partite. Quindi è normale che ci sia una situazione di questo tipo. Qui siamo di fronte ad un allenatore che ha perso 7 punti su 9 in tre partite. E’ normale che sia un problema. Il Milan è già alle sliding doors, ad un punto di svolta, ad un momento dove non si può più sbagliare niente. E questo, dopo 3 giornate, pesa tanto su ambiente, umore, strategie, rapporti interni. E’ normale che sia così».

Venezia, Liverpool e Inter. Il Milan affronterà le prossime tre con la pressione di non dover sbagliare nulla? O troverà più stimoli per invertire la rotta?

«Intanto deve cominciare a battere il Venezia per togliere un po’ di questa aria di negatività che si è creata sulla squadra in maniera molto grave. Deve vincere col Venezia per recupeare un po’ di idee, fiducia e autostima che in questo momento mancano e non poco. Poi si penserà alle altre due partite, sperando che la condizione migliori e si trovino soluzioni a dei problemi che, da 2 anni a questa parte, sono sempre quelli».

Si è parlato tanto del caso cooling break di Lazio Milan e del comportamento di Theo Hernandez e Leao. Fonseca deve ripartire da loro?

«Bisogna recuperare tutti, ma anche lo spirito di squadra che non c’è più, un gioco, un’identità e tante cose. Non bisogna recuperare Theo Hernandez e Leao, ma il Milan».

Ma c’è un giocatore che può dare la svolta al Milan?

«Non dico un nome specifico. Sono convintissimo che il Milan deve recuperare tutti e non solo 2-3 giocatori. Anche Calabria è sparito… Fonseca riuscirà in questo compito? Me lo auguro per me e tutti i milanisti. Rispetto a quanto successo fino ad oggi è difficile dire che lui ci riuscirà. Non lo so»

In Nazionale si è rivisto un Tonali al top e tanti tifosi rossoneri lo hanno rimpianto. A questo Milan manca un giocatore come lui?

«E’ inutile tornare al passato, Tonali fa ormai parte del passato. Manca certamente un giocatore come lui, ma quelli che ci sono devono avere spirito, determinazione e qualità. Io voglio 11 Pavlovic in campo. Gli altri devono imparare da Pavlovic come temperamento e volontà».

Quanto sarà importante il rientro di Morata?

«Come cifra tecnica e come giocatore, al di là della leadership, è ovvio che al Milan ci voglia uno come Morata».

Tema caldo è anche quello che riguarda la dirigenza e in particolare Ibrahimovic. Che idea si è fatto?

«La visione che si ha da fuori di fronte a questo scempio di risultati è di mettere tutto discussione, compreso il ruolo di Ibrahimovic da dirigente. Quando fai 2 punti in 3 partite e sei il Milan, tutto va in discussione. Anche l’ufficio stampa… Non è una questione di Ibrahimovic. Certo che lui ha un ruolo diverso e più importante, però a tutti livelli si è sotto esame».

E del mercato cosa pensa Serafini?

«Discreto rispetto a quelli che sono i risultati delle prime tre giornate. Secondo me è stato un buon mercato, ma è diventato materia di discussione rispetto a quello che è successo. Ci sono state situazioni come quelle di Kalulu e di Abraham-Saelamaekers… Se quest’ultima operazione fosse stata fatta a giugno-luglio il giudizio sarebbe stato diverso, invece a fine agosto è diventata una ciofeca… Secondo me il Milan, tecnicamente, ci ha guadagnato perché Abraham è più forte di Saelemaekers. E’ uno scambio che avrei fatto anche io».

Fonseca ieri in conferenza stampa ha detto che il Milan punta ancora allo scudetto. Realisticamente parlando, è davvero competitivo o è troppo grande il gap dall’Inter?

«Qualche anno fa partì facendo pochissimi punti nelle prime partite in un’altra squadra e poi… Però come ripeto io nel calcio ne ho viste davvero tante. Ancora è presto, può diventare tardi se non fai risultati con Venezia e Inter. Il Milan deve fare risultato con Venezia e Inter».

Piccola parentesi sull’Italia di Spalletti. Con Francia e Israele che segnali sono stati lanciati dopo il terribile Europeo?

«Con Israele l’Italia mi è piaciuta per atteggiamento.Ci sono novità e aggiustamenti. Sono state due partite, finalmente, di sostanza. Dal punto di vista di tecnica e atteggiamento non c’è stato molto da dire alla Nazionale in queste due partite: ha giocato bene e strameritato di vincere. Due partite così danno molta fiducia dopo quello che è successo in questi anni».

Si ringrazia Luca Serafini per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista

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