Fassone: «Non avrei mai condiviso lo stadio con l'Inter»
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Fassone: «Non avrei mai condiviso lo stadio con l’Inter»

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Marco Fassone torna a parlare della questione stadio per Milan e Inter e poi spera: «Un giorno vorrei lavorare per un club estero»

Intervistato da Tuttosport, Marco Fassone, ex amministratore delegato del Milan nell’era cinese, ha così fatto il punto sul suo presente: ​«Attualmente sono consulente per chi investe nel mondo del calcio e anche banche, fondi, acquisizioni e finanziamenti hanno spento i motori in attesa di capire cosa succederà nel mondo».

LA PROPOSTA DI GALLIANI- ​«Dopo aver letto la proposta di Galliani, che è molto affascinante, gli ho pure mandato un messaggino. Sono d’accordo con lui che il calcio adesso debba fermarsi e riprendere ad agosto o settembre, ma il nodo della sua proposta è il mercato estivo: le squadre infatti non potrebbero operare per non falsare i valori. Il problema è che se tu sposti il mercato a fine anno rendi impossibile alle società di sistemare casse lesionate dal virus. Spostando troppo in là il mercato, a molti verrebbe a mancare l’ossigeno. Il sistema economico dei club è a rischio e tanti avranno bisogno di andare sul mercato in estate per ripianare le perdite cedendo i propri giocatori».

NUOVO STADIO A MILANO – «Nel periodo in cui sono stato amministratore delegato del Milan avevo portato avanti una strategia che era diversa perché in quel momento ritenevamo, in accordo con il Comune, che Milano fosse la prima città italiana pronta ad avere due stadi di grandi dimensioni con tutta una serie di benefici per la città e per entrambi i club. E’ evidente che scegliere di costruire uno stadio condiviso permette invece ai due club di spendere di meno e pure questo ha una sua logica. Io invece ancora oggi penso che una società avrebbe dovuto rimanere a San Siro che, con pochi accorgimenti legati alla riduzione della capienza, potrebbe essere ancora perfettamente funzionale. Questo mentre l’altra avrebbe dovuto costruirsi uno stadio nuovo, e Milano ha tre-quattro aree che si prestano benissimo in tal senso. Io, da amministratore, preferirei avere un mio stadio, di proprietà o in concessione, da non condividere però con nessuno».

ESPERIENZA ALL’ESTERO – «Se sogno un’esperienza all’estero? Sì e sarebbe il completamento della mia carriera. Un paio di proposte mi sono arrivate in questo periodo, ma alla fine non erano quelle giuste per me. Però l’idea c’è».

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