Raiola polemico sul salary cap: «Non si può mettere un tetto al talento»
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Raiola polemico sul salary cap: «Non si può mettere un tetto al talento»

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Il noto procuratore sportivo Mino Raiola ha commentato in maniera polemica l’istituzione della norma del salary cap

Mino Raiola, intervenuto durante il World Football Summit, ha toccato diverse tematiche scottanti riguardanti l’attualità del calcio. Tra le varie, il noto procuratore si è soffermato anche sul salary cap:

«Salary cap? Non possiamo fare salary cap da solo, ma lo possiamo fare solo se mettiamo un tetto ai trasferimenti. Perché dovremmo fare un cap se i club incassano più di aziende normali, Barcellona e Real Madrid l’anno scorso hanno incassato quasi un miliardo. Nessuno gli chiede di mettere un tetto ai biglietti o ai prezzi delle maglie dei tifosi. Quello che incassano lo fanno grazie ai giocatori e non sta a loro mettere un tetto, loro dovranno decidere come investire i soldi che i giocatori gli fanno guadagnare. Se il Barcellona compra tre giocatori e poi non giocano, non può essere colpa degli agenti»

«Dovrebbe esserci allora anche un salary cap per attori, artisti, giornalisti, per il nuovo Maradona, il nuovo Rembrandt, per Bansky. Come puoi mettere un tetto al talento. Se un giorno vorrai acquistare un Maradona, come potrai permetterti di farlo giocare se c’è un tetto? Viviamo in un mondo capitalistico, che si muove secondo criteri capitalistici, ma Infantino vuole farci diventare la Corea del Nord. Io non ho problemi con la Corea del Nord. Se volessi vivere in Corea del Nord andrei a vivere in Nord del Corea. Ci sono attori che incassano 100 milioni per un solo film, si viene valutati per il proprio talento: se i club valutano male, è colpa dei club, non deve ricadere sui giocatori e agenti».

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