Il Milan è stato ostaggio di Raiola, ma ora la pacchia è finita

Nella scorsa stagione il Milan è stato letteralmente ostaggio di Mino Raiola ma ora il peso dell’agente in società è stato nettamente ridimensionato

Per troppi anni il Milan è stato ostaggio dei procuratori e in particolare di Mino Raiola. Questi soggetti nella fase finale dell’era Berlusconi e durante la presidenza di Yonghong Li hanno approfittato della debolezza societaria dei rossoneri per il loro tornaconto. Lo ha ammesso ieri con sorprendente candore l’ex ds Massimiliano Mirabelli commentando la polemica sul rinnovo di Gigio Donnarumma durante un’intervista a Sportitalia. Il dirigente ha dichiarato che il milione di euro di ingaggio al fratello del portiere è stata «una concessione necessaria» e che l’acquisto di Pepe Reina è stato fatto perché il club era «sotto assedio, quasi sotto ricatto per il rinnovo di Gigio». 

«Non c’è un odio o una guerra fra di noi, ognuno cercava di tutelare i propri interessi. Mino probabilmente era abituato in maniera diversa dai miei predecessori. – ha continuato Mirabelli – Ricordiamo che Donnarumma non aveva rinnovato col Milan prima del mio arrivo nonostante gli ottimi rapporti coi rossoneri, fu un’estate molto calda e impegnativa che però alla fine ha portato al prolungamento del portiere senza dare a Raiola i 30-40 milioni di euro di commissione. I toni a volte sono stati abbastanza accesi». Oggi l’aria a Casa Milan è decisamente cambiata e la pacchia, per Raiola e compagni, sembra ormai finita per sempre. La dimostrazione arriva dalla trattativa per il possibile ritorno di Zlatan Ibrahimovic in rossonero. Raiola avrebbe richiesto il rinnovo di Ignazio Abate per far sì che l’operazione si concluda in modo positivo e la dirigenza del Milan avrebbe negato il suo assenso. Oggi è il direttore generale Leonardo a fare il mercato e non sono più gli agenti a proporre (o imporre) al club i loro giocatori.