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La doppie spunte blu incastrano Galliani

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Il mercato di riparazione ha chiuso i battenti lunedì 1 febbraio alle ore 23.00. Alle 23.01 Mihajlovic ha scrutato tra i messaggi e nella cartella dei ricevuti, regnava la staticità. Quel condor di cui si annoveravano i giorni, probabilmente, si è diretto verso lidi più floridi. O meglio, più organizzati. Ma il responso morale che quest’era, ogni giorno più tecnologica, poneva in rilievo, era ancora più crudo: Adriano Galliani aveva visualizzato, ma non aveva risposto. Una delle peggiori torture del XXI secolo. E quelle doppie spunte blu, creavano le stesse confusioni di un diretto di Floyd Mayweather.

A differenza dell’ultima sessione di mercato, questo mese di gennaio si è concluso con sei cessioni e un solo acquisto. E quel Kevin-Prince Boateng, ennesimo protagonista del tormentone “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” targato Venditti-Galliani, non ha di certo scaldato i cuori dei tifosi. Per carità, grinta e determinazione servivano a questa rosa sprovvista di un vero leader carismatico, ma di sicuro un centrocampista dai piedi vellutati in grado di costruire geometrie, avrebbe migliorato un reparto lasciato spoglio per troppo tempo. Quei pochi tifosi ricolmi di speranza, il 2 febbraio furono costretti a richiudere il vaso di Pandora e così come nell’opera di Esiodo, tutti i mali dell’umanità fuggirono tranne quella Elpis, l’unica a restare dentro il coccio per sempre.E ricolmi di quei mali e con gli abiti grigi della delusione, i tifosi rossoneri si avviarono a lavoro con la medesima verve che ha caratterizzato gli ultimi anni del Milan.

 

 

 

(Aprile 2015- contestazione tifosi del Milan a San Siro)

In lontananza, però, si scrutava un raggio di luce. E quella fonte di luminosità proveniva dalle cessioni che, seppur non compensando minimante l’assenza di movimenti in entrata, ha senza dubbio sfoltito la rosa. Essendo quasi tutti prestiti, non si sa fino a che punto non si possano definire giocatori rossoneri, ma quando segui errate politiche di mercato per diverse stagioni, queste conseguenze sono prevedibili.

 

 

 (C. Zapata, acquistato nel 2012 a 6.4 milioni di euro) – (Borja Valero, acquistato nel 2012 a 7 milioni di euro)

 

Ma la vittima più illustre di questo mercato di non-riparazione è stato proprio Sinisa Mihajlovic. Il serbo è il primo allenatore in grado di essere in bilico dal giorno successivo alla firma del contratto, di essere criticato dopo la vittoria per 3-0 nel derby (non ha vinto il Milan, ha perso l’Inter) e colpevole di ogni male della società. Il tecnico, nonostante sia riuscito a rivitalizzare quasi ex calciatori quali Honda, Kucka e Montolivo, ad aver lanciato il sedicenne Donnarumma e ad aver concretizzato le qualità di Niang, risulta sempre presente nel bollettino nero per l’acquisto di Bertolacci e il non gioco del Milan. E quando dopo mesi di critiche e sofferenze, fu ad un passo dal realizzare il suo ideal-tipo di calcio giocato con l’inserimento di queste due fantomatiche pedine, non ricevette alcuna risposta da Galliani e quelle doppie spunte diventarono il primo segnale d’abbandono .

 

(L’ottima prestazione della scommessa di Mihajlovic contro la Juventus, Gianluigi Donnarruma)

Il 20 dicembre Mihajlovic dichiarò: “Con Galliani stiamo parlando da un mese e mezzo, due, abbiamo le idee chiare. Sappiamo che non è un mercato semplice quello di gennaio, ma vediamo cosa possiamo fare”. Una dichiarazione che ha tutta l’aria di una richiesta d’aiuto. Quell’aiuto che avrebbe dovuto portare nella rosa del serbo almeno uno tra un centrocampista di qualità, un’ala destra e un difensore centrale. Sappiamo tutti come è andata a finire. Quel grido insofferente di Sinisa è tronato indietro al diretto interessato come un eco in una grotta. E quel silenzio delle due spunte blu incomincia ad avere un rumore assordante. Adesso il sergente di ferro con il cuore di cristallo, deve raccogliere le lacrime e utilizzare anche quelle per dimostrare la sua natura vincente. Sarà in bilico fino al termine della stagione e anche se dovesse vincere il campionato, quest’estate sarà quella di Antonio Conte in rossonero. Egli, in solitudine, potrà e dovrà lottare solo per se stesso e per l’onore.

 

Sinisa “Pacquiao” Mihajlovic, colpito da un rossonero Mayweather, non solo avrà quindi la confusione (simile a quello delle doppie spunte blu) dell’ennesimo montante andato a segno, ma alla fine dell’anno dovrà spiegare anche il KO della sua annata nonostante la stagione per certi versi vincente. E chissà se, come il filippino, dichiarerà anche lui “non ho potuto fare ciò che avevo in mente”.

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