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Dal voluntary al settlement agreement: l’UEFA vuole capire chi è Yonghong Li

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La notizia era nell’aria ma solo ieri è arrivata l’ufficialità: il NO della UEFA al Voluntary Agreement ‘macchia’ l’immagine del Milan e di Yonghong Li

Il massimo organo continentale ha bocciato il piano presentato ad inizio novembre a Nyon da Marco Fassone. Come dichiarato dallo stesso AD, la notizia era praticamente nell’aria, alla luce delle condizioni impossibili imposte dall’UEFA al Milan per togliere ogni dubbio circa la proprietà.

POCA FIDUCIA – Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, l’UEFA non è stata convinta dall’assetto societario rossonero, gestito in toto o quasi da Yonghong Li attraverso una catena di controllo e finanziamenti che va da Hong Kong fino alle Isole Vergini Britanniche al Lussemburgo. I piani alti di Nyon, dunque, non sembrano fidarsi molto dell’imprenditore cinese e vogliono osservare e capire meglio le potenzialità e soprattutto la figura dello stesso Li.

SETTLEMENT AGREEMENT – Il no al Voluntary Agreement non cambia molto gli scenari: per il Milan, a meno di clamorose inadempienze da qui a gennaio quando il piano sarà rivalutato dall’UEFA, scatterà il Settlement Agreement, ossia un piano concordato dal massimo organismo europeo un po’ più stringente con vincoli economici – e possibili sanzioni pecuniarie – e sportivi – limiti di rosa in ambito europeo – per la squadra, come già capitato per Inter e Roma, giusto per citare due casi. L’immagine del Milan viene un po’ intaccata sempre secondo la Rosea ma, in realtà, la situazione non è così preoccupante. Intanto martedì prossimo è in programma un incontro con la COVISOC, l’ente di vigilanza sulle squadre italiane, per osservare da vicino il Milan, protagonista di un mercato molto dispendioso. L’UEFA vuole capirci di più.

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