Rivera: «Mancini? Ha trasmesso ai giocatori la cosa più importante»
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Rivera: «Mancini? Ha trasmesso ai giocatori la cosa più importante»

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Rivera ha parlato a Gazzetta dello sport in occasione del doppio successo azzurro che ora dovrà essere completato contro il Galles

Rivera ha parlato a Gazzetta dello sport in occasione del doppio successo azzurro che ora dovrà essere completato contro il Galles.

ITALIA SENZA STELLA MA FUNZIONALE- «Guardate che non è questo il problema del calcio, ho sempre detto che una squadra è forte nella sua capacità di costruire un insieme. Tu puoi avere anche tre Cristiano Ronaldo, ma la differenza la fai nel modo in cui questi giocatori riescono ad adattarsi al concetto di squadra. Altrimenti non vinci».

SU MANCINI- «Mancini ha lavorato e sta lavorando bene. Ha saputo puntare sui giovani sin dall’inizio e questa non era una scelta scontata. Poi c’è un’altra cosa che si vede: ha istillato a tutti i calciatori una grande voglia di vincere. Questo mi sembra il tratto caratteristico di questa Nazionale, la grande voglia».

VIA ALLA FANTASIA- «Lasciamo stare questo discorso, non serve stabilirlo sulla carta. Andiamo avanti così, passo dopo passo, una cosa alla volta, è l’approccio giusto che ci può aiutare. Quindi non parliamo di superiorità degli altri, ma non pensiamo neanche che la storia sia finita. Siamo praticamente all’inizio dell’Europeo».

SU LOCATELLI- «Sarà interessante ora scoprirne la dimensione tecnica, non lo conosco abbastanza per poter dire dove potrà arrivare».

CENTROCAMPISTA DI PUNTA- «Sì, ma non bisogna stupirsi. Il calcio può essere fatto così, non segna solo chi è davanti. Quando finiva di marcare la mezza punta, anche a Trapattoni capitava di trovarsi vicino alla porta e di fare gol».

FARE GOAL- «Certo, può e deve capitare a tutti, anzi questa è una dimostrazione di forza».

ALESSANDRIA IN B- «Avevo fatto gli auguri prima della sfida decisiva, sono davvero contento. Mi fa piacere, io sono nato nella trattoria dei miei nonni. In città non ho più contatti dopo la morte dei miei genitori, ho conservato tanti ricordi».

ERA IN A- «Certo. Quando cominciai avevo meno di 16 anni. E speriamo che questa squadra possa tornarci»

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