De Laurentiis: «Superlega? Vi svelo quello che penso»
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De Laurentiis: «Superlega? Vi svelo quello che penso»

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De Laurentiis come sempre senza peli sulla lingua al Passepartout Festival. Le sue dichiarazioni sulla Superlega

Aurelio De Laurentiis ha parlato della Superlega e di politica al Passepartout Festival. Le sue parole:

SUPERLEGA –«La Superlega è figlia del fatto che le organizzazioni del calcio, le istituzioni, pensano di fare loro gli istituzionalisti con i soldi nostri, con i nostri investimenti. Che interesse ha un Real Madrid, una Juve, un Napoli a fare la Champions indebitandosi per poter fatturare 70-80-90-100 milioni in più se se ne sono spesi 200-300? Non quadra. Io faccio parte dell’Eca, ho sempre detto ad Agnelli che stava sbagliando con la Super Lega perché loro volevano diventare gli attori principali del sistema, ma invece democraticamente bisogna lasciare la porta aperta a tutti. Dobbiamo stabilire un’altra competizione togliendola alla UEFA, tenendo la UEFA come segretariato generale, dando noi alla Uefa un % sulle revenues e non facendoci pagare noi dalla UEFA. Io adesso ho 18 calciatori del Napoli in giro per campionati europei: se qualcuno si rompe e non mi torna sano per sei mesi, chi mi ripiana quei 100 o 50 milioni? La Uefa? No, e io perché ho dovuto prestare il mio calciatore? Per prendere degli spiccioli? Tu fatturi 3 miliardi e mezzo in 15 giorni? Allora ti devi sedere a tavolino e dobbiamo rivedere la situazione. Agnelli, Perez e gli altri hanno sbagliato ma non a dichiarare che il calcio è diventato fallimentare per colpa delle istituzioni»

POLITICA – «Di Draghi ne parlai un anno fa, c’è una mia intervista di dicembre in cui dopo aver vinto il ricorso contro la Juve loro mi chiesero dei complimenti di Draghi che avevo ricevuto e dissi che era ciò che ci voleva, qui non s’è mai fatto un discorso economico, s’è sempre detto pagheranno le future generazioni, ma non sarà così, è morto il passato e s’è aperta una porta sul futuro. Oltre i soldi del recovery, bisogna indebitarsi per cantiere e unificare un territorio che non è mai stato unificato. Il problema è la malavita organizzata, che lo stato non riesce a limitare, e l’unità territoriale. Napoli era capitale nel 600 e nel 700, terza solo a Parigi e Londra, e molti venivano qui, come pittori e scrittori. Nel 700 aveva il sistema fognario ed al sud ci sono città che ancora non ce l’hanno, per primi come acqua corrente. Non voglio fare il borbonico, ma Cavour è stato paraculo mandando un personaggio cinematografico come Garibaldi a fare manfrina con la mafia per conquistare e unire l’Italia, la ricchezza borbonico era gigantesca e se la sono portata via, tutte le riserve d’oro sono state portate via, l’unificazione non è avvenuta a livello territoriale. Mi ha fatto piacere, Napolitano mio amico ci teneva molto alla bandiera, vedere tutti cantare l’inno rispetto ai turchi»

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