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Trevisani analizza il Milan di Allegri: gioca male e contro le piccole… Le parole

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Nonostante la vittoria nel Derby contro l’Inter, il Milan di Massimiliano Allegri, il nuovo e pragmatico allenatore dei Rossoneri, non sfugge alle critiche sulla qualità del gioco espresso. Un’analisi particolarmente pungente è arrivata da Riccardo Trevisani, il noto telecronista sportivo, intervenuto a Cronache di Spogliatoio (fonte citata).

Il commentatore ha espresso un parere netto sulla prestazione nel derby, affermando che l’Inter avrebbe “meritato di vincere” e che il risultato di 0−1 è dipeso da fattori esterni. Trevisani ha lodato l’allenatore avversario per aver “organizzato una partita in cui ha dominato”, evidenziando che l’unica cosa che ha impedito un risultato negativo per il Diavolo è stata la prestazione “aliena” di Mike Maignan, l’eccezionale portiere francese.

Maignan “Marziano” e la Schiavitù del Risultato

Trevisani ha sminuito l’impatto di altri elementi difensivi, come il presunto effetto positivo di Adrien Rabiot (citato come esempio), sottolineando che sono state le parate di Maignan su Lautaro (l’attaccante argentino) e Thuram (il rapido attaccante francese) a salvare il risultato, non un’organizzazione difensiva impeccabile.

Il nodo cruciale sollevato da Trevisani è la dipendenza dal risultato e la capacità di imporre il proprio gioco. Sebbene il Milan-Napoli sia stata definita “l’unica [grande partita] in cui la squadra gioca, crea e segna sullo 0-0”, in altre sfide di cartello (come con la Roma e l’Inter), i Rossoneri hanno mostrato qualcosa di buono solo “dopo essere passato in vantaggio”.

La Grande Lacuna: Le Gare Contro le “Piccole”

La critica più severa si concentra sulla gestione delle partite contro le squadre di bassa classificaTrevisani è perentorio: “Quando la partita la devi fare tu non vinci”. Il Milan riesce a vincere quando gli avversari attaccano e permettono il gioco di rimessa, ma contro “Pisa, Cremonese e Parma non vinci”. Il problema fondamentale è che i Rossoneri“giocano male” e questa lacuna emerge in modo lampante nelle gare contro le “piccole”, che sono in netta maggioranza in campionato.

Il compito di Allegri e del nuovo DS Igli Tare è dunque chiaro: oltre a gestire i big match, devono urgentementetrovare il modo di far sì che la squadra forte del Milan impari a “giocare a calcio” e a sbloccare le partite contro avversari più chiusi e difensivi. Tare dovrà fornire al tecnico gli elementi adatti a rompere i muri avversari, mentre Allegri dovrà affinare una tattica offensiva più incisiva e meno dipendente dalle giocate individuali o dalle parate “marziane” di Maignan

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