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ESCLUSIVA MN24 – Giorgio Dusi (esperto Bundes): «Rangnick? Occasione mancata»

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Abbiamo chiesto ad uno dei maggiori esperti di calcio tedesco le sue impressioni sul mancato arrivo di Rangnick al Milan

La notizia del mancato approdo di Ralf Rangnick al Milan è arrivata come un fulmine a ciel sereno mentre i rossoneri stavano giocando in quel di Reggio Emilia. Tra i più amareggiati per la ‘fumata nera’ c’è Giorgio Dusi, corrispondente di goal.com per quanto riguarda la Bundesliga, fondatore di bundesitalia.com e tra i maggiori esperti di calcio tedesco. Lo abbiamo intervistato:

Giorgio Dusi, sui tuoi social hai commentato la notizia del mancato approdo di Rangnick al Milan come un’occasione mancata per fare un salto in avanti di 10 anni; sotto quale aspetto, in particolare, ritieni che ‘Der Professor’ avrebbe potuto fare davvero la differenza?

«E’ difficile inquadrare un singolo aspetto in cui Rangnick può fare la differenza proprio per la sua natura di tecnico e manager a tutto tondo dell’area sportiva. A Lipsia ha fatto la differenza sia sullo scouting, sia sulla valorizzazione del brand ma anche sull’aspetto tecnico di campo. Io credo possa fare la differenza soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture; a Lipsia c’è un centro sportivo che è avanti di 10-15 anni con dei macchinari che qui neanche ci sogniamo. Ce n’è uno in cui il calciatore entra e rivive tridimensionalmente la partita per capire gli errori che ha fatto; metodi di allenamento moderni, Rangnick ha portato il calcio in un’altra dimensione».

Credi che il doppio ruolo dirigente-allenatore sia praticabile nel sistema calcio italiano?

«Credo sia praticabile nel calcio italiano come in qualsiasi tipo di calcio, basta crederci e avere fiducia. Certo poi è chiaro che alcune cose vadano fatte accettare ai tifosi, però se una società ha un piano che potrebbe rivelarsi vincente, si deve tirare dritto per la propria strada senza preoccuparsi più di tanto dei media che, tra l’altro, hanno descritto Rangnick con i termini più sbagliati possibili; qualcuno lo ha perfino definito ‘santone’».

La convivenza Rangnick-Pioli sarebbe stata impossibile?

«In questo momento, in un tipo di calcio così diverso rispetto a quello tedesco sì perché Rangnick avrebbe bisogno del doppio ruolo per poter gestire anche la squadra in campo. L’ho visto lavorare in questi anni e sono convinto che avrebbe potuto portare risultati maggiori rispetto a quelli ottenuti fin qui dal Milan. Ed in ogni caso ci sarebbe il problema della convivenza con un allenatore che non ha scelto lui; al Lipsia, anche quando non ha allenato, gli allenatori li ha comunque scelti lui. Tra l’altro, dei 18 allenatori che attualmente ci sono in Bundesliga, più o meno la metà hanno avuto rapporti con Rangnick, ha avuto un’influenza pazzesca sul calcio tedesco».

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