MN24 - Massaro: «Devo tutto a Galliani. Atene ciliegina di un anno straordinario»
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MN24 – Massaro: «Devo tutto a Galliani. Atene ciliegina di un anno straordinario»

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L’ex attaccante rossonero Daniele Massaro ha parlato in occasione della presentazione del libro nuovo di Pellegatti

L’ex attaccante rossonero Daniele Massaro ha parlato alla presentazione del libro “Sempre Milan” sui 120 anni del club di Pellegatti. Queste le sue parole:

«Devo tanto a Galliani. Mi ha portato al Monza, mi cedette alla Fiorentina ma convinse Berlusconi a riprendermi. Devo tantissimo ad Adriano. La nuova proprietà? Sta lavorando duramente per riportare il Milan in cima al mondo. Atene fu la ciliegina di un anno straordinario. Forse l’anno più bello, stavo concludendo la mia carriera con dei gol importanti e la chiamata in nazionale. I due gol in finale contro il Barcellona sono stati la ciliegina». 

IL RICORDO PIÙ BELLO – «La finale con il Marsiglia non mi è andata giù. Ricordo le tante occasioni avute, la rigiocherei. Io già quando ero giovane con Sacchi guardavo la squadra degli Invincibili e sognavo. Sacchi mi ha cambiato e mi ha insegnato a giocare a calcio. Dovevo meritarmi il Milan non ero Marco Van Basten e dovevo lavorare molto. Al Milan c’erano giocatori straordinari, a Baresi bastava solo lo sguardo». 

UNA SECONDA PELLE«Se tolgo la camicia vi faccio vedere la mia seconda pelle. Rossonera. Il sogno che avevo da bambino era partire dall’oratorio e alzare la coppa dalle grandi orecchie. Se il mio nome è nella storia del Milan, della mia squadra, del mio sogno da bambino, è un grande onore. Per dieci anni sono stato in una società straordinaria. Prima Milanello ed ora Casa Milan sono le mie case». 

SCONFITTA DOLOROSA«La finale con il Marsiglia non mi è andata giù. Ricordo le tante occasioni avute, la rigiocherei. Io già quando ero giovane con Sacchi guardavo la squadra degli Invincibili e sognavo. Sacchi mi ha cambiato e mi ha insegnato a giocare a calcio. Dovevo meritarmi il Milan non ero Marco Van Basten e dovevo lavorare molto. Al Milan c’erano giocatori straordinari, a Baresi bastava solo lo sguardo». 

SU VAN BASTEN – «Guardavo Marco Van Basten, dal suo talento cercavo di capire come migliorare. Grazie a Sacchi che mi ha fatto capire cosa migliorare. Adesso Arrigo mi prende come esempio per aver interpretato il suo tipo di gioco». 

SUL VALORE DELLA MAGLIA – «Il Milan è il Milan, chi non vorrebbe indossare la maglia rossonera. Non bisogna portare i giocatori a Milanello basta dirgli il nome. Le persone che scelgono per mettere la maglia del Milan devono scegliere giocatori degni». 

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