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In principio 4-3-3, poi 3-5-2…ora che si prova?

Milan News 24

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Tre cambi di modulo a partita in corso per Vincenzo Montella. Andiamo ad analizzare tatticamente la partita del Milan contro la Juventus

Il match del Milan contro la Juventus è stato emblematico delle difficoltà tattiche della squadra. Va fatta una premessa: diversi giocatori, Biglia, Calhanoglu e Kalinic (ma anche Bonucci quando ha giocato) non hanno ancora dimostrato di valere la cifra investita dalla dirigenza rossonera.

Detto questo, la confusione a livello di schemi si è estesa fino all’undicesima giornata. Si era partiti con il 4-3-3 con gli esterni d’attacco e l’asse Conti-Kessies-Suso a destra, poi dopo la sconfitta contro la Lazio si è passati al 3-5-2 per aiutare Bonucci ad integrarsi.

CONTRO LA JUVE – Ieri il Milan è partito con un 3-4-2-1 molto particolare. Ricardo Rodriguez schierato in posizione centrale, senza che vi fosse una particolare esigenza, è una debolezza tattica. Significa dire: non abbiamo le idee chiare ma in questo modo possiamo cambiare in corsa. Stesso discorso per Suso e Calhanoglu, sulla carta trequartisti, nella pratica nei primi trenta minuti esterni d’attacco. Anche in questo caso non è chiaro perchè nella formazione iniziale non sia comparso il 3-4-3.

CAMBIO MODULO – Dopo il gol di Higuain il Milan ha cambiato modulo. Altro segno di incertezza perché bisogna credere in un unico progetto tattico, in particolar modo quando mancano ancora sessanta minuti e si è sotto solo uno a zero. In un big match viene proposto per la prima volta il 4-2-3-1 con Rodriguez che va a fare il terzino e Borini spostato in attacco come ad inizio stagione. Definitivo? No, perchè nel secondo tempo Suso va a fare il trequartista centrale e gli undici sembrano schierarsi con il 4-3-1-2 con il doppio centravanti.

CONFUSIONE – Tre cambi di modulo in novanta minuti era già successo, ad esempio, contro l’Inter quando Suso fu spostato addirittura nella posizione di mezzala. Il Milan è l’unica squadra di Serie A a non avere uno schema di gioco predefinito e soprattuto è l’unica squadra a non aver schierato mai la stessa formazione. Nell’analisi vanno considerate le responsabilità della società nell’acquisto di alcuni giocatori non all’altezza. Ma nè gli errori del duo Fassone-Mirabelli nè le prestazioni negative dei nuovi arrivati possono essere un alibi alla mancanza di un gioco dei rossoneri.

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