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Eriksen, gli esperti: «Difficile che sia in campo per l’inizio del campionato»

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La Gazzetta dello Sport ha intervistato tre cardiologi di fama internazionale per far luce sul caso Eriksen: le loro parole

La Gazzetta dello Sport ha intervistato tre cardiologi di fama internazionale (Bruno Carù, che nel 1996 si occupò di Kanu, vittima di una malformazione cardiaca, e ne formulò la diagnosi; Fabio Pigozzi, presidente della Federazione mondiale dei medici sportivi; Elena Cavarretta, docente alla Sapienza) per fare luce sul caso Eriksen. Le loro parole.

Su cosa è successo

CARÙ – «Le patologie cardiache possono essere innumerevoli e dalle immagini si capisce come nel corpo del calciatore della Danimarca a un certo punto sia successo qualcosa di anomalo. L’arresto cardiaco pare evidente, ma è ovvio che solo una diagnosi precisa possa indicarne la ragione».

CAVARRETTA – «Sembra chiaro non si tratti di sincope».

PIGOZZI – «Nel 1950 abbiamo varato la prima legge sul tema sportivo, poi negli anni approfondita e ristrutturata. Siamo un esempio per tutti i Paesi, avendo saputo prendere il meglio dalle esperienze internazionali».

Ipotesi Covid

CARÙ – «Il coronavirus può provocare delle irritazioni a livello cardiaco, ma poi vanno in regressione. Da quanto si sa, Eriksen non lo ha mai contratto e i danesi, come tutti, adesso dovrebbero essere in una bolla per disputare l’Europeo. Bisognerebbe sapere se aveva febbre o meno, ma è un dato che per ora non abbiamo. Epilessia? In genere insorgono in un’età inferiore op- pure quando non si assumono i farmaci prescritti».

CARRETTA – «Io non azzarderei a considerarla come una delle ipotesi primarie. Un trauma a livello cerebrale sarebbe in grado di causare epilessia, però è solo teoria».

PIGOZZI – «Il fatto che si sia intervenuto sulla lingua lo ha fatto pensare ma sono tante le cause che necessitano di quel tipo di manovra».

Precedenti come Astori e Curi

CARÙ – «Curi aveva una cardiopatia di origine reumatica mentre Morosini una malattia congenita al ventricolo destro, così come Puerta accusava un problema congenito. Manfredonia fu colpito da un fenomeno ischemico favorito anche (ma non solo) dal freddo, invece Astori sembrava aver mostrato aritmie che non destavano preoccupazioni».

Interventi immediati

CARÙ – «Un conto è essere in una unità coronarica di un ospedale, un altro in campo. Eriksen è stato rianimato molto bene» .

PIGOZZI – «Non si vedono più gli assembramenti di un tempo e anche questa è una sensibilità che nello sport sta penetrando. Basti pensare a quello che succede nel rugby».

Su quando Eriksen tornerà a giocare

CARÙ – «Credo che la serie di analisi a cui si dovrà sottoporre renda difficile ipotizzare che per l’inizio campionato sia in campo».

PIGOZZI – «In Italia le prove d’idoneità sono scrupolose. Se Eriksen tornerà, significa che non ci saranno problemi».

CARRETTA – «Ora è vivo. E per il momento è l’unica cosa che conta».

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