HANNO DETTO
Theo Hernandez Milan, Condò non ha dubbi: sulla cessione del terzino francese l’ha detto veramente!
Theo Hernandez Milan, Paolo Condò, noto giornalista, è tornato a commentare la cessione del terzino francese in estate
Le recenti dichiarazioni del noto giornalista Paolo Condò hanno scatenato un acceso dibattito tra i tifosi e gli addetti ai lavori. Intervenuto ai microfoni di Radio Rossonera, Condò ha espresso la sua opinione sulla forza dell’attuale squadra del Milan, guidata dal direttore sportivo Tare e dall’allenatore Massimiliano Allegri, confrontandola con quella della passata stagione. Le sue parole, dense di spunti di riflessione, hanno toccato temi cruciali come le dinamiche di mercato, la gestione dei talenti e le strategie economiche del club.
La forza del Milan: una crescita complessiva
Secondo Condò, il Milan di quest’anno è complessivamente “un po’ più forte” rispetto a quello della stagione precedente. L’analisi del giornalista non si ferma però al semplice giudizio tecnico, ma si addentra in considerazioni più complesse, che riguardano il rendimento dei singoli giocatori e le scelte strategiche della società. Un punto di frizione, che ha suscitato grande interesse, riguarda la figura di Theo Hernández. Condò ha infatti dichiarato: “Su Theo dobbiamo metterci d’accordo, su quello dell’anno scorso non ho rimpianti per la cessione, su quello dell’anno dello Scudetto altroché se ce l’ho”. Le parole lasciano intendere che il rendimento altalenante del terzino abbia influito sulla percezione del suo valore, portando il giornalista a non rimpiangere la sua ipotetica cessione, a differenza di quanto avrebbe fatto se il giocatore fosse rimasto ai livelli dello scudetto.
Le “avventure notturne” e il caso Theo Hernández
Il giornalista ha poi svelato un retroscena che, a suo dire, avrebbe influenzato la decisione di cedere il giocatore: “Io credo che la cessione sia arrivata però non solo per il rendimento in campo, ma anche per avventure notturne che sono state giudicate un po’ difficili da contenere, ho sempre avuto questa sensazione”. Questa dichiarazione ha gettato nuova luce sul trasferimento, suggerendo che le motivazioni non fossero esclusivamente legate alle prestazioni sportive, ma anche a questioni comportamentali che la società, con il benestare di Tare e Allegri, avrebbe ritenuto insostenibili.
Il business del calcio: il caso Reijnders
Il discorso si è poi spostato sulla filosofia di mercato del Milan, analizzata attraverso l’esempio del centrocampista Tijjani Reijnders. Condò ha sottolineato come l’acquisto del giocatore olandese rappresenti la “perfetta spiegazione di cosa vogliono i fondi dal calcio: lo compri a 20 e lo vendi a 60/70”. Questa logica, basata sulla valorizzazione e rivendita dei talenti, è un elemento centrale della gestione del club e una strategia sempre più diffusa nel calcio moderno. “In questi anni stai comprando tanti giocatori a 20, uno sei riuscito a valorizzarlo in questo modo, ma il Milan non ci ha mai abituati a questo tipo di business, quando hai un campione lo tieni”. Condò ha espresso una certa nostalgia per un approccio più tradizionale, in cui i campioni venivano trattenuti a prescindere dalle logiche di mercato, un’idea che contrasta con la realtà attuale, dove la sostenibilità economica e il plusvalore sono diventati prioritari per società come il Milan.
Le parole di Paolo Condò offrono uno spaccato interessante sulle dinamiche interne ed esterne che stanno caratterizzando la nuova era rossonera, in cui le scelte di Tare e Allegri sembrano sempre più orientate verso un modello di business che privilegia la crescita economica a lungo termine, anche a costo di sacrificare i propri campioni. Il dibattito rimane aperto e i tifosi si interrogano su quale sia la strada migliore per tornare al successo.
