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San Siro Milan, tutti i dettagli sulla clausola di earn out: la cessione dell’impianto entra finalmente nel vivo

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San Siro Milan, emergono tutti i dettagli sulla clausola di earn out: la cessione dell’impianto milanese entra finalmente nel vivo

La potenziale cessione dello stadio di San Siro e delle aree circostanti a Milan e Inter si arricchisce di un dettaglio cruciale: la clausola di earn-out. Questa complessa formula finanziaria, pensata per tutelare gli interessi del Comune di Milano e garantire che la vendita rispecchi il reale valore futuro del bene, è al centro delle discussioni tra le parti. La clausola, come illustrato da documenti ufficiali, stabilisce un meccanismo di integrazione di prezzo a favore del Comune, che entrerà in gioco qualora i club decidano di rivendere le aree acquistate a terzi entro un determinato lasso di tempo.

Secondo i termini della clausola, il Comune di Milano avrà diritto a una percentuale del profitto derivante da una futura vendita, a condizione che il prezzo di rivendita superi una soglia di prezzo predefinita. Questa soglia sarà calcolata secondo una metodologia sviluppata in collaborazione con l’Università Bocconi e il Politecnico di Milano, garantendo un approccio tecnico e oggettivo. La percentuale che il Comune riceverà non è fissa, ma decrescente nel tempo, per incentivare i club a mantenere la proprietà delle aree. Se la rivendita avviene entro i primi diciotto mesi, il Comune riceverà una cospicua fetta del 50% del guadagno. Questa percentuale scende progressivamente, riducendosi di un punto percentuale al mese, fino a raggiungere il 15% dopo trentasei mesi e rimanendo fissa a questa cifra fino al sessantesimo mese successivo alla stipula del contratto.

Un aspetto fondamentale da sottolineare è la durata della clausola, che si estende per un massimo di cinque anni. Tuttavia, esiste una specifica eccezione che permette ai club di aggirare l’obbligo di integrazione del prezzo. La clausola di earn-out non si applica se un eventuale contratto preliminare di vendita è subordinato a condizioni sospensive. Queste condizioni devono essere legate al completamento di progetti chiave, come la costruzione del nuovo stadio, la parziale demolizione dello storico Meazza, o l’approvazione dei piani di sviluppo per le aree private. Se queste condizioni si verificano dopo i cinque anni dalla firma del contratto, la clausola non scatterà. Questo offre a Milan e Inter una potenziale via d’uscita per evitare il versamento aggiuntivo, se i lavori si prolungano.

L’accordo, tuttavia, prevede anche una “rete di sicurezza” per il Comune. L’integrazione di prezzo sarà dovuta in ogni caso, anche se il trasferimento delle aree a terzi avviene in modo indiretto, per esempio attraverso operazioni societarie o altri negozi di natura simile, purché ciò avvenga entro il periodo dei cinque anni. Questa previsione serve a impedire che i club aggirino la clausola con manovre complesse e non dirette.

In un contesto dove il mercato dei calciatori è dominato da figure come Tare, il Direttore Sportivo del Milan, e Allegri, l’allenatore rossonero, la gestione strategica del patrimonio immobiliare diventa sempre più cruciale. La cessione di San Siro, con tutti i suoi complessi dettagli finanziari, rappresenta un’operazione che va ben oltre la semplice vendita di un bene. È un’operazione che stabilirà il futuro finanziario e infrastrutturale dei due club milanesi per i prossimi decenni.

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