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Roma Milan: ecco come il pressing di Pioli ha soffocato la Roma – ANALISI TATTICA

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Roma Milan ha rilanciato le ambizioni dei rossoneri che hanno dominato tatticamente la gara grazie a un pressing ultra offensivo che ha messo in crisi Fonseca

Il derby contro l’Inter aveva mostrato molti dei difetti tattici del Milan. Quando i rossoneri affrontano una difesa solida e bassa, faticano molto nel rendersi pericolosi e trovare varchi, ci sono ben poche idee su come disordinare le fila rivali. Al contrario, quando gli spazi si allungano e la gara diventa frenetica, il Milan riesce ad esaltarsi.

Si è visto chiaramente nel match contro la Roma, in cui i padroni di casa hanno sofferto molto l’intensità rossonera, soprattutto nei primi 20′. Fonseca nel post gara si è lamentato molto della costruzione della Roma, troppo imprecisa: i giallorossi hanno patito l’aggressività del pressing milanista, organizzato come poche volte in stagione.

Fin dai primi minuti, il Milan è riuscito ad abbassare molto il baricentro di una Roma troppo passiva. I rossoneri si appoggiavano soprattutto a Calabria e Theo Hernandez, che costringevano Veretout e Pellegrini a uscite piuttosto profonde. Con Saelemaekers e Rebic che tenevano impegnati Karsdorp e Spinazzola, si formavano diversi spazi centrali. Inoltre, il Milan ha attaccato bene la linea difensiva di una Roma che concedeva veramente tanti spazi. I giallorossi sono stati sia timidi poco intensi, soffrendo senza palla in qualsiasi zona del campo.

Nella slide sopra, Pellegrini esce su Theo Hernandez ma si fa saltare dal dribbling del francese. La linea giallorossa è quindi costretta a scappare all’indietro, con oltretutto Calhanoglu che ha spazio alle spalle di Villar. Il baricentro della Roma è basso.

I più grossi pericoli il Milan li ha però creati con transizioni in zone piuttosto alte del campo. Come scritto sopra, la Roma ha faticato molto nel costruire da dietro, merito dell’intensità del pressing rossonero. I giallorossi allargavano il gioco, con il Milan che però scivolava compattissimo in fascia. Villar era costantemente marcato da Calhanoglu e non è riuscito a incidere. I braccetti di Fonseca erano sempre presi dalle ali rossonere, mentre Calabria e Theo Hernandez erano puntuali nell’uscire sui quinti. Per ricevere palla, Spinazzola – seguito sempre da Calabria – era costretto ad abbassarsi molto, un qualcosa che faceva guadagnare ulteriormente metri al Milan.

La Roma ha così perso una valanga di palloni nella propria trequarti, rischiando molto in uscita. E’ stato piuttosto deludente il contributo di Mkhitaryan e Pellegrini, che sono venuti poco incontro per dare soluzioni di passaggio ai compagni e aiutare la risalita. Senza Dzeko, è poi mancata la soluzione del lancio lungo verso il centravanti, visto che Tomori ha fatto un grande lavoro su Borja Mayoral.

Un esempio nella slide sopra. Pressing Milan corto e intenso in zona palla, con Villar lontano e marcato. Spinazzola è costretto a tornare indietro.

Inoltre, la Roma ha avuto poi il grosso demerito di buttarsi via da sola nei momenti migliori del match, in cui i padroni di casa erano cresciuti. Prima Fazio e poi Pau Lopez hanno regalato il gol ai rivali, che hanno approfittato nel migliore dei modi degli svarioni capitolini. Il modo in cui sono arrivati i gol fotografa bene i problemi anche mentali che la Roma ha quando affronta le prime della classe.

In difesa del vantaggio, il Milan ha potuto mettere la gara su binari congeniali. I rossoneri, che hanno ovviamente abbassato l’altezza del pressing, sono stati generosi e ordinati nella difesa di posizione. Anche perché, nel tentativo di segnare, la Roma si è allungata molto, creando spazi alle spalle con cui i rossoneri sono andati a nozze. Soprattutto grazie a Theo Hernandez, il Milan ha creato parecchio in ripartenza, ogni volta che recuperava palla creava le condizioni per fare male. Il francese si è distinto per parecchie corse dentro al campo che hanno approfittato dei parecchi varchi che i padroni di casa concedevano per vie centrali.

Una delle molte ripartenze del Milan.

Insomma, l’intensità del Milan ha soffocato una Roma che continua ad avere uno score deprimente negli scontri diretti. Quando gli spazi aumentano e si può attaccare in campo aperto, forse nessuna squadra in Serie A è più a proprio agio del Milan di Pioli.

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