HANNO DETTO
Pellegatti torna sugli insulti a Conte durante Juve Milan del 2012: «Punto più basso della mia carriera, mi sono scusato con tutti». E racconta un retroscena
Pellegatti, noto giornalista tifoso del Milan, è tornato a parlare degli insulti a Conte durante Juve-Milan del 2012
Carlo Pellegatti, storica voce di fede rossonera, ha recentemente rilasciato un’intervista a La Stampa per tornare su uno degli episodi più controversi della sua lunga carriera. L’evento in questione risale al 25 febbraio 2012, durante il decisivo scontro diretto tra Milan e Juventus, terminato 1-1. Una partita che passerà alla storia non tanto per il risultato, frutto dei gol di Nocerino per il Milan e di Matri per la Juventus, ma per il clamoroso e mai dimenticato gol fantasma di Muntari. Una rete regolarissima, con la palla che aveva superato nettamente la linea di porta difesa dall’allora portiere della Juve, Gianluigi Buffon, ma che né l’arbitro né il guardalinee riuscirono a vedere. Un errore arbitrale che fece letteralmente esplodere la rabbia di tutto l’ambiente rossonero.
L’arbitro e il guardalinee negarono il gol, suscitando la rabbia di tutto il Milan e in particolare di Carlo Pellegatti, che, nel furore del momento, si lasciò andare a pesanti insulti nei confronti dell’allora tecnico della Juventus, Antonio Conte. Parole che non erano destinate a un pubblico così vasto, come lo stesso Pellegatti ha svelato nella sua intervista. “I miei insulti a Conte? È stato il punto più basso della mia carriera e uno tra i più bassi della mia vita. Ero furente, ma non pensavo di essere collegato: l’addetto alla produzione aveva inviato la pubblicità, solo che per un disguido non partì”, ha ammesso Pellegatti, fornendo un contesto più completo all’accaduto.
Un gesto di rabbia e le scuse sincere
Quell’episodio, che lo il giornalista definisce come il “punto più basso della mia carriera”, gli costò caro in termini di immagine e ricevette molte critiche. Pellegatti, tuttavia, dimostrò la sua integrità chiedendo scusa pubblicamente. “Chiesi scusa a tutti: a Conte, alla Juve e ai tifosi”, ha rivelato, sottolineando il suo profondo rammarico per l’accaduto. L’incredibile gol fantasma di Muntari, una rete che avrebbe potuto cambiare le sorti di quel campionato, rimase uno dei misteri più grandi del calcio italiano. Ma se il verdetto del campo non poté essere modificato, le scuse di Pellegatti arrivarono puntuali, seppur a distanza di tempo.
La prova del suo pentimento e della sua lealtà si ebbe qualche mese dopo, quando incontrò Antonio Conte, che allora ricopriva il ruolo di CT della Nazionale italiana. L’incontro, avvenuto prima di una partita del Milan contro il Barcellona, fu segnato da una grande cordialità. “Mesi dopo, incrociai Antonio prima di un Milan-Barcellona, mentre allenava la Nazionale. Fu cordialissimo, un vero signore”, ha raccontato Pellegatti, dimostrando la grandezza dell’ex allenatore della Juventus e confermando il suo spessore umano e professionale.
Il Milan di Tare e Allegri e l’eterna rivalità con la Juventus
Quello scontro tra Milan e Juventus del 2012 è stato uno dei capitoli più intensi della loro eterna rivalità. Un match che, nonostante il pareggio, scatenò polemiche infinite e lasciò un’amara sensazione di ingiustizia nell’ambiente milanista. Il Milan, all’epoca, era una squadra forte e solida, con una gestione sapiente e un organico di grande qualità. L’allenatore rossonero era lo stesso di oggi: Massimiliano Allegri. La storia di Pellegatti e di quel gol fantasma rimane una testimonianza di come le passioni del calcio possano talvolta portare a reazioni eccessive, ma anche di come il rispetto e la sportività possano trionfare.
