Editoriali

Caso Niang: pagare moneta vedere cammello

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La forza del nuovo Milan sta anche nelle scelte gestionali. Nell’intricata vicenda di mercato chi ha tutto da perdere è proprio Niang

Dopo l’ingente sforzo economico per questa campagna acquisti non sarà certo la mancata cessione di M’Baye Niang a spostare gli equilibri delle casse rossonere. Al Milan sono arrivati, ad oggi, ben 12 giocatori per una spesa totale che negli anni supererà i 200 milioni di euro. Certo, gli introti ricavati da un’ipotetica cessione di Niang farebbero comodo alla società di via Aldo Rossi che potrebbe provare l’affondo per l’ultimo colpo di mercato (mezzala o esterno d’attacco). La rosa di Vincenzo Montella al momento non è pronta per vincere il campionato, ma è competitiva per raggiungere gli obiettivi stagionali. Tutti i reparti sono stati rinforzati e il gruppo è coeso ed entusiasta. Il Milan può permettersi anche di tenere Niang e di tenerlo lontano dal campo fino al 30 giugno 2019. Del resto, il contributo tecnico dell’ex Watford è irrilevante, se non addirittura dannoso, nel progetto calcistico di Vincenzo Montella.

CUI PRODEST? – Allenamenti, convocazioni per le trasferte estere in Europa League, ritiri estivi in Asia, panchina, tribuna, partecipazione agli eventi della società: la società può chiedere tutte queste cose ad un proprio tesserato e dipendente pagato profumatamente. Il braccio di ferro lede soprattutto gli interessi del giocatore perché il contratto non scade a breve e non giocare per due anni significa rovinare una carriera. Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli non hanno ceduto ai ricatti di Raiola neanche in situazione peggiori e per calciatori più importanti, leggi caso Donnarumma, e non si piegheranno nemmeno in questa situazione. Le colpe maggiori, in questa vicenda, non sono da assegnare al procuratore italo-olandese, ma al francese che in tutta la sessione di mercato ha mostrato indecisione e confusione mentale. Il certificato medico presentato nei giorni scorsi è l’ennesima dimostrazione dell’immaturità di un giocatore che non ha nemmeno offerte importanti come nei casi (non giustificabili comunque) di Bernardeschi, Dembelé e Kalinic.

CHI LO VUOLE LO PAGHI – Andrea Belotti ha una clausola di 100 milioni. Bene, chi lo vuole lo paghi il giusto. Giusta e comprensibile considerazione del presidente granata Urbano Cairo. Allo stesso modo, chi vuole Niang, il quale non ha clausole rescissorie per liberarsi dal contratto in essere con il Milan, deve trattare con la società rossonera. L’offerta dello Spartak Mosca di 20 milioni più bonus per un totale di circa 23 milioni di euro deve essere un punto di riferimento. L’attacante transalpino ha tutto il diritto di rifiutare destinazioni non gradite, ma l’offerta rimane ed è indicativa sulle valutazioni di mercato. Il Milan vuole cederlo e fare plusvalenza e certamente abbasserà le pretese, ma se Cairo vuole veramente regalare un nuovo attaccante a Sinisa Mihajlovic dovrà fare uno sforzo economico e avvicinarsi alle richieste dei rossoneri. Come ripete spesso Claudio Lotito, citando un motto che secondo la leggenda sarebbe nato in ambito circense, pagare moneta vedere cammello.

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