Editoriali

Montella: «Difficile giocare davanti ad 80 mila persone», ma alleni il Milan o la Samp?

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Ci si chiede allora perché certi giocatori siano al Milan. La carica di San Siro deve essere uno stimolo in più e non un alibi per l’ennesima sconfitta

Ha fatto discutere sul web e non solo la frase detta da Vincenzo Montella al termine del match perso contro la Juventus ieri sera in conferenza stampa: «Per questi ragazzi è difficile giocare davanti ad 80 mila persone come stasera». Ma allora perché sono al Milan? Si chiedono i tifosi rossoneri che, come da pronostico, ieri hanno inondato di entusiasmo lo stadio cercando di dare inutilmente la propria carica alla squadra contro gli uomini di Massimiliano Allegri.

Se anche l’effetto San Siro può rappresentare un alibi per la squadra milanista ci si chiede davvero che cosa potrebbe invertire questa tendenza?

Montella al momento brancola nel buio esattamente come Mirabelli e Fassone, tre soggetti dall’influenza ben più grande sui futuri risultati del club. Anche più di 80 mila persone pronte a tutto per rivedere il Milan nei piani alti della classifica.

Proviamo allora ad invertire la questione, cosa sarebbe il Milan senza le 80 mila voci di San Siro e i milioni e milioni di fan sparsi in Italia e nel mondo? Cosa sarebbe un club che non disputa la Champions League da 5 anni, che viene da stagioni in cui oscilla tra sesto e decimo posto e che attualmente ricopre l’ottava posizione in classifica?

Caro Montella, ciò che distingue il Milan da un Chievo o una Sampdoria “qualunque” in questo momento sono proprio le 80 mila anime che oggi vengono usate come alibi.

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