Editoriali

Milan, serietà, trasparenza e programmazione: questa volta per davvero

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Il cambio di musica si era già percepito in estate, ma con l’affare Paquetà è ora fatto appurato: con Leonardo sono tornate al Milan serietà e dedizione al lavoro

Negli ultimi anni il Milan è stato ostello di gestioni scadenti, programmazioni inadeguate e scarso, scarsissimo interesso verso il bene dei colori rossoneri.

LE PENE DELL’INFERNO – L’ultimo periodo della vincente gestione berlusconiana ha visto il club di via Aldo Rossi patire le pene dell’inferno, aspettando invano che i rubinetti di Fininvest venissero riaperti, quando invece erano stati definitivamente chiusi. Quando poi il Milan è passato nelle mani dei cinesi, l’unica reazione dei tifosi è stata quella di un grande sollievo. Tutti vedevano con quella svolta epocale la fine dei dolori e l’inizio imminente di un nuovo ciclo vincente. Ne sono quindi inesorabilmente conseguite le impulsive lodi ad una proprietà sconosciuta e ad un team dirigenziale dalla competenza e affidabilità alquanto discutibile. Sappiamo però tutti poi com’è andata a finire questa parentesi, la cui unica impresa portata a termine è stata quella di far rimpiangere a tutti i tifosi gli ultimi anni dei tanto criticati Berlusconi e Galliani.

SOCCORSO ELLIOTT – L’ennesimo cambio di proprietà arrivato nell’ultima sessione estiva di mercato sembra questa volta essere quello buono. Come esserne così sicuri? Beh, c’è una prova schiacciante: l’Uefa. L’organo europeo infatti dopo aver messo sotto la lente di ingrandimento il Milan durante la misteriosa gestione cinese, ha immediatamente assolto i rossoneri (grazie anche e soprattutto all’intervento del Tas) una volta che le azioni del Diavolo sono state girate al fondo di Paul Singer. In società poi è stata fatta una grande pulizia e i subentri anche in questo caso sembrano essere quelli giusti.

GRAZIE LEONARDO – Prendiamo in esame il solo caso di Leonardo. Il dirigente brasiliano, una volta insediatosi a casa Milan, ha lavorato giorno e notte per consegnare a Gattuso nel poco tempo rimasto a disposizione una rosa competitiva per poter finalmente raggiungere l’obiettivo Champions (e il risultato è stato al di sopra di ogni più rosea aspettativa, considerando anche le restrizioni dell’Uefa). Come se non bastasse si aggiunge un peso sulla bilancia, che pende ora sempre di più verso i meriti di Leonardo: l’affare Paquetà. L’operazione tutto brasiliana, che ha portato alla memoria dei tifosi dolcissimi ricordi, ha ricordato a tutti, addetti ai lavori e non, la differenza tra un ottimo dirigente e il resto. In tal senso strappare uno dei più promettenti talenti sudamericani alla concorrenza di un club come il Psg ne è la più grande manifestazione. «Serietà, trasparenza e programmazione», possiamo sintetizzare così l’operato di un dirigente, Leonardo, e una proprietà, Elliott, che hanno finalmente riportato al Milan credibilità e cultura per il lavoro. Buffo oggi pensare che con quei tre termini solo pochi mesi fa venivano celebrate le gesta di due figure, la cui reale competenza solo il tempo ha saputo rivelare.

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