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Milan, Scaroni: «Adoro Ibra, il Milan deve stare in Champions. Gattuso? mai pensato all’esonero»

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Il Milan è in fase di rilancio e questa dev’essere la stagione della svolta. Ecco le ambizioni per il presente e futuro di del presidente rossonero Paolo Scaroni

Il presidente del Milan Paolo Scaroni ha rilasciato una lunga e approfondita intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Dal mercato alla Uefa, da Higuain a Gattuso, ecco le sue parole:

QUANTO MANCA PER LA CHAMPIONS – «Non è facile dirlo, perché nel calcio moderno la parte sportiva deve andare di pari passo con quella economica. Di certo, una squadra come la nostra dovrebbe sempre essere in Champions. Ad Agnelli dico che a uno scudetto preferisco tre partecipazioni di fila nell’Europa dei big»

SUL PROSSIMO INCONTRO CON L’UEFA – «Vado in Svizzera lunedì, l’audizione sarà martedì mattina alle nove e mezza. In queste ore invieremo tutta la documentazione e ci auguriamo che ogni cosa proceda per il verso giusto. A decidere saranno magistrati della corte europea, totalmente indipendenti. In più non hanno un compito difficilissimo: sul fatto che nel periodo tra il 2014 e il 2017 la società abbia violato i vincoli del Financial Fair play entrambe le parti concordano. Va solo stabilita una sanzione proporzionata alla colpa, come ha chiesto il Tas di Losanna. L’analisi del bilancio futuro è uno step successivo e avverrà in primavera. L’UEFA ha fatto bene a dotarsi di questo strumento, anche se certi meccanismi devono essere affinati. Buttare valanghe di soldi senza dover rendere conto a nessuno e poter giocare un campionato senza contendenti non va bene. In casi come il nostro è difficile star dentro certi parametri: se vuoi riprendere la posizione sportiva che credi ti competa, devi fare degli investimenti. Ma oggi è inutile comprare perfino Messi, se poi ti possono vietare di farlo giocare. Bisogna puntare sui giovani, crescerli a zero euro e rivenderli a 30-40 milioni è il modo migliore per realizzare profitti che poi ti permettono di fare altri acquisti. E i tifosi capirebbero»

SU IBRA – «Ibrahimovic sarà libero di scegliere la sua nuova squadra. È un giocatore fantastico, da tifoso lo adoro per l’altezza abbinata all’agilità. Sul mercato però non decido io. E il mio giocatore preferito in assoluto ce l’ho già in squadra: Suso»

SU GATTUSO – «Gli allenatori si valutano sui risultati. Oggi il Milan va più forte dell’anno scorso e Rino ha fatto meglio del suo predecessore. Dunque il tema non si pone. In più vedo che la squadra ha assorbito la sua grinta, anche se sarebbe meglio non si trasformasse in proteste. È vero che il primo tempo con il Betis mi ha rattristato profondamente ma, seppur con i lacrimoni, non mi è mai sfuggita alcuna battuta sull’esonero. Se abbiamo cercato Conte? Magari non me l’hanno detto, ma io non l’ho mai sentito menzionare da nessuno. E personalmente non ho nemmeno il suo numero di cellulare»

SU HIGUAIN – «È sempre nervoso, con la Juve lo era ancora di più. Ma ha chiesto scusa e – motivo del ricorso – non ha insultato nessuno. A 30 anni, però, deve imparare a trattenersi»

SU LEONARDO E MALDINI – «Leonardo e Maldini sono un nostro grande successo, hanno dato stabilità e competenza a un club che negli ultimi anni le aveva perse per strada. Paolo l’ho visto benissimo, è sereno. Essere in tandem con Leo, che ne fatte tante, gli ha semplificato le cose»

SU GAZIDIS – «Ha svolto per nove anni lo stesso incarico all’Arsenal, e lo ha fatto bene. Sa di sport e non perché giocava bene a pallone, e in più arriva da un mondo colto, è laureato in legge a Oxford. Sarà lui a gestire la macchina: io farò un passo indietro. Il Milan ha il problema vitale di aumentare ricavi, che oggi sono gli stessi del 2003 a fronte di spese per pagare i giocatori doppie o triple. Siccome non c’è più un mecenate che copre le uscite, occorre un’altra filosofia: Gazidis con l’Arsenal l’ha percorsa. In generale in Premier sono partiti prima di noi nel trasformare il calcio in business, per esempio vendono i diritti tv diversamente dalla nostra Lega. Però ho fiducia che la Serie A torni a essere quello che era. Le nostre squadre impegnate in coppa, è un’idea, potrebbero giocare in giorni e orari, magari nel week end a mezzogiorno, che favoriscano i mercati orientali o americani».

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