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Milan, l’Uefa deve capire la differenza tra Li e il club

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La stangata dell’Uefa riguardante la proposta di settlement agreement dei rossoneri ha sconvolto le strategie del Milan per la prossima stagione. L’organo europeo non si fida del presidente Yonghong Li, ma perchè focalizzarsi sui suoi conti?

Da quando il Milan ha cambiato proprietà l’Uefa ha messo gli occhi sul club rossonero e non ha mai tolto la lente d’ingrandimento dai suoi conti. L’apice delle tensioni tra l’organo europeo e il Diavolo è arrivato nei giorni scorsi, con la stangata riguardante la proposta di settlement agreement da parte di Fassone. Il brusco responso dell’Uefa è dovuto principalmente a Yonghong Li: il presidente rossonero è al centro di tutte le perplessità, in particolare non convince la sua dubbia situazione finanziaria.

Da qui partirebbe la strategia rossonera che, secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, punterebbe a convincere la camera giudicante di porre su due piani separati Mr.Li e il Milan. Se la situazione finanziaria del presidente cinese è dubbia e misteriosa, quella del club non lo è affatto: i conti del Diavolo sono infatti chiari e trasparenti, privi di misteri o incognite e perciò la Adjucicatory Chamber dovrà giudicare i rossoneri per i propri bilanci, non per quelli del suo presidente, così come del resto si è sempre fatto in casistiche simili. Il Milan riterrebbe un’assurdità infliggere una sanzione al club, per un dubbio riguardante il suo proprietario.

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