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Milan Como in Australia, Van Basten interviene senza mezzi termini: per l’ex Pallone d’Oro si tratta di un campionato falsato

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Milan Como in Australia, Van Basten interviene senza mezzi termini: per l’ex Pallone d’Oro si tratta di un campionato falsato. Ultimissime

Dopo le polemiche sollevate dal centrocampista Adrien Rabiot e la dura replica dell’AD di Lega De Siervo, la questione della delocalizzazione delle partite di campionato trova un nuovo e autorevole protagonista. Marco van Basten, leggenda e icona del Milan, ha lanciato un attacco durissimo contro la decisione di far disputare Milan-Como a Perth in Australia e Villarreal-Barcellona a Miami.

Secondo quanto riportato da Sportmediaset, l’ex Pallone d’Oro olandese non ha usato mezzi termini, criticando aspramente le logiche puramente commerciali che, a suo avviso, «tradiscono l’essenza stessa» della competizione nazionale e mancano di rispetto ai tifosi locali. Il suo primo commento è carico di incredulità e si concentra sul tradimento del principio sportivo: «Hai un campionato che si gioca in Spagna o in Italia e all’improvviso ti ritrovi a giocarlo dall’altra parte del mondo. Il vantaggio di giocare in casa è completamente diverso. È pazzesco anche per i tifosi».

L’affondo di Van Basten si è fatto ancora più duro, definendo l’intera iniziativa una vera e propria «follia» che mina l’integrità del torneo. «Che razza di commedia è questa? Non la capisco proprio, mi sembra una follia. È una mancanza di gratitudine verso i tifosi e il Paese». La critica è netta e non lascia spazio a interpretazioni economiche.

La condanna finale dell’ex attaccante si è abbattuta sulla regolarità del campionato, un aspetto che tocca da vicino il Milan di Allegri allenatore, in piena corsa Scudetto. «Ed è anche un fallimento del campionato, che viene falsato». Van Basten ha accusato le leghe di creare un’ingiustizia sportiva inaccettabile: «Perché una squadra gioca in trasferta e un’altra no? Non è giusto, è una distorsione della competizione e dovrebbe essere vietato». Il parere intransigente di un’icona rossonera alimenta ulteriormente il dibattito su questa decisione, che vede il club di Tare direttore sportivo coinvolto in prima persona.

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