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Ibrahimovic: «Ho dimostrato che l’età non conta. Champions? Crediamoci»

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Zlatan Ibrahimovic è intervenuto sui canali telematici rossoneri dopo l’annuncio ufficiale del rinnovo di contratto con il Milan

Zlatan Ibrahimovic ha firmato il rinnovo di contratto con il Milan e rimarrà in rossonero fino al 2022. Intervenuto sui canali telematici del Diavolo, lo svedese ha rilasciato queste dichiarazioni:

Sul rinnovo – «Sono molto felice, ho aspettato da tanto questo giorno. Ora un altro anno ed è quello che conta ed è più importante. Essere un giocatore del Milan è come stare a casa mia»

Sul club – «Sto molto bene. Sono molto felice di come mi fa sentire questo club e la gente che ci lavora, i miei compagni, il mister ed i tifosi, che mi mancano tanto. Questa è come casa mia, se potessi restare tutta la vita lo farei.»

Su Pioli – «Lavorare con lui è molto facile. Ha la giusta mentalità, dà la carica alla squadra e la trasforma, vuole il massimo. Ogni tanto mi chiama al mattino e mi dice che sono in ritardo, che lui è già lì a lavorare. Mi sfida.»

Sui tifosi dopo il rinnovo e mentalità in campo – «Penso che tutti ora sono positivi e contenti. All’inizio qualcuno aveva dubbi sulla mia età, ma ho dimostrato in questi mesi che l’età non importa, è tutto nella mentalità. Se ti metti nella disponibilità ce la fai, la mia mentalità è migliorare e fare sempre il massimo possibile. In campo poi, o ce l’hai o non ce l’hai, si tratta solo di star bene fisicamente e dare una mano il più possibile.»

Sempre sui tifosi – «Se mi sento il benvenuto è grazie al loro. Dal primo giorno è stato subito feeling, provo sempre a dare il massimo per loro e senza quegli 80mila che ti chiamano non è facile, è un’altra cosa. Con me sono sempre stati rispettosi, non mi hanno dimenticato.»

Sugli allenamenti – «Provo sempre ad aiutare e dare il massimo, c’è adrenalina con questi giovani. Vedo la loro crescita in ognuno da quando sono arrivato, hanno capito il sacrificio che devono fare per stare dove siamo oggi.»

Sul Milan di giovani – «Mi piace, mi sento giovane anche io. Ogni giorno che vedo i miei compagni mi fanno sentire giovani. Quando corrono devo essere come loro, mi sfidano e tirano fuori il mio massimo. Il progetto mi piace, è una sfida differente. Ero abituato a stare con grandi campioni, ora è un’altra situazione ed altre responsabilità individuali per fare vedere la strada per il successo. Voglio passare la mia esperienza a tutti. È una grande sfida, quando lo fai bene ti torna di più rispetto a giocare con i grandi campioni.»

Sull’eurogol contro il Lecce – «Ho visto il portiere fuori e ho detto “proviamoci”. Quando fai questi gol hai un feeling diverso. Se non entra sembri uno che non c’entra niente col calcio, quando entra invece sei un genio. In quel momento lo ero.»

Sui compagni di squadra – «Quando sei un leader se ti rispettano ti seguono, anche senza parlare tanto. Nella loro testa dicono “Se lui che ha vinto fa questo, è la strada giusta”. Bisogna far vedere le cose come si fanno. Quando ero giovane giocavo con i campioni e li guardavo, ora è differente, seguono me. Sto facendo di tutto per aiutare. Ognuno poi deve tenere il proprio carattere e personalità.»

Dove arriverai con il Milan? – «Faremo grandi cose. Sono arrivato a metà campionato, un anno dopo siamo stati sempre primi. Se iniziavamo da inizio campionato scorso avevamo un trofeo. Ora bisogna continuare, quando fai bene per un anno ti torna qualcosa. Ora manca poco, bisogna crederci. Nulla è impossibile e lo abbiamo dimostrato. Tanti hanno giudicato, noi in campo abbiamo dato risposte e dimostrato che si può fare. Quando vinci hai ancora più fame, ma per prima cosa devi vincere.»

Champions League – «Se continuiamo a crederci ce la faremo. Non è ancora finita. Ognuno ha i suoi obiettivi, il mio è vincere. Questa è la mia mentalità, bisogna crederci.»

Sulla presentazione a San Siro – «Ero molto carico, già quella sera volevo giocare. Sono arrivato da un momento a Barcellona non positivo, al Milan mi è tornata la felicità e ho capito quanto è bello giocare a calcio. San Siro pieno di tifosi del Milan è il top ed ora mi dà fastidio che non ci sono. Con loro forse ora avevamo qualche punto in più perche ti spingono, danno adrenalina. Dispiace che non ci siano.»

Ancora sui compagni – «Sul campo siamo tutti uguali, ognuno poi lo tratti in modo differente. Quando sono fuori mi mancano come i miei due figli in Svezia, quando vado fuori di qui mi mancano 25 figli.»

Futuro dirigenziale al Milan – «Ora sono concentrato di aiutare sulla mia responsabilità nel campo e fuori. Una cosa alla volta, cosa succederà dopo non lo so. Dovevo durare 6 mesi, ora siamo al secondo anno.»

Futuro da allenatore – «Non posso dire si o no. Essere allenatore è più stressante, devi trasferire le tue informazioni su altri e non è facile. Però non si sa mai.»

Ancora su Pioli – «L’anno scorso ci scambiavamo tra chi faceva il bravo e chi il cattivo, quando voleva comandava anche lui.»

Sul ruolo – «Sto adattando il mio gioco nel modo in cui posso aiutare la squadra. Oggi non posso giocare come 5/10 anni fa, il fisico e lo stile di gioco cambiano.»

Gara contro il Manchester – «Abbiamo dimostrato di poter giocare contro grandi squadre. In due partite in quel momento eravamo più forti e meritavamo di più. Queste gare ti danno valore in ciò che fai, l’Europa League serviva a capire per cosa giochiamo. In Champions sarebbe ancora più bello e stiamo lottando per arrivarci.»

Sulla sostituzione dello scorso anno con il Bologna – «Quando sei in campo vuoi stare il più possibile, invece Pioli vuole proteggermi per la prossima partita. La mia mentalità è di stare fino alla fine e dare il massimo con adrenalina ed emozione.»

Ritiro in Nazionale svedese – «Dovevo sentire qualcuno di Milanello. Dopo 5 anni senza Nazionale era diverso, mi mancava Milanello ed i miei colleghi. Ero abituato a stare lì, poi quando vanno via i nazionali salgono quelli della Primavera e mi mancava. L’atmosfera nella nostra squadra è bella, parliamo tutti i giorni anche fuori dal campo. Questo è il nostro segreto.»

Sullo Chef di Milanello – «Michele è un grande chef, ma quando non fa qualcosa di buono lo attacco. Ricordo un giorno che hanno detto che non c’era prima del derby. Ho parlato con Paolo e poi con Galliani, ho detto “Senza Michi non vinciamo”. Lui è arrivato, abbiamo mangiato ed abbiamo vinto il derby.»

Sui finali di gara – «Sento che ho tanta responsabilità anche in questi momenti. A fine partita c’è tanta emozione, se mi vedono correre un po’ di più i miei compagni lo faranno il doppio. Ho più bisogno io di loro che loro di me, io senza di loro non riesco a fare ciò che faccio oggi.»

Segreto per vincere – «Parte tutto in allenamento. Quando mi alleno gioco per vincere, questo è ciò che ho portato in questa squadra. In partita poi porti questa mentalità, ma lì non puoi sbagliare nulla. Vincere copre tutti gli errori, mi piace vincere.»

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