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Giampaolo, il sogno ha inizio: l’uomo prima del tecnico

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Giampaolo e il sogno di allenare il Milan, la parte emotiva prima di quella tecnica, qualcosa è emerso dalla prima conferenza di vigilia

Giampaolo alle prese con il debutto sulla panchina del Milan, un privilegio che in pochi provano nella propria carriera e nella propria vita. Un incrocio di destini che la velocità, mista alla pressione non consente di vivere a pieno, in maniera emotiva,mettendo necessariamente il tecnico prima dell’uomo. Questo è ciò che ha fatto intendere Giampaolo ieri in conferenza stampa, ovvero il non rendersi conto di quanto gli stia accadendo, per poi realizzare sicuramente in un secondo momento.

TUTTO MOLTO VELOCE- Pronti via, Giampaolo è stato travolto dagli eventi senza nemmeno potersi fermare a pensare alla grande opportunità, dopo una lunga carriera passata lontano dai grandi club (in termini di trofei). Dalle sue parole pre debutto emerge uno stato d’animo sereno, tranquillo ma sicuramente proiettato verso la gara di Udine. Come è giusto che sia, c’è poco da discutere, ciò che risalta maggiormente è lo stato d’animo che con grande umiltà lo accompagna verso i primi 90 minuti da tecnico del Milan.

LE SUE PAROLE A TESTIMONIANZA- «Per me è un sogno, è una grande chance, lo è per me e anche per i calciatori, non è un discorso unilaterale. Sono in un ambiente straordinario, in una struttura di lavoro eccellente, se qui vuoi lavorare hai da sbizzarrirti. C’è molto calore attorno alla squadra. Ho una visione, ho l’idea di dove bisogna arrivare e attraverso quali step. Ho bisogno di tempo per lavorare coi calciatori, un modello di gioco che portiamo avanti senza passi indietro anche di fronte alle difficoltà».

LA PARTE TECNICA- Giampaolo pare stia lavorando in maniera meticolosa sui dettagli relativi alle nuove impostazioni di gioco, prova ne sia il fatto che ancora non è riuscito ad inserire i nuovi arrivati per mancanza di allenamenti sufficienti a comprendere le sue dinamiche di gioco. Per il resto abbiamo un Suso trequartista, un Castillejo seconda punta, un Calhanoglu in regia al posto di Biglia e la conferma delle due mezz’ali, ovvero Paquetà e Kessie.

 

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