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Gattuso, il modo di fare l’allenatore spiegato nella sua tesi a Coverciano

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Gennaro Gattuso sta dimostrando con i fatti di essere l’uomo giusto al momento giusto per il Milan: ecco la descrizione del suo metodo di lavoro

«Luci e ombre nel percorso di carriera dell’allenatore», questo il titolo della tesi con cui Gennaro Gattuso si è laureato al master di Coverciano nel 2014. Cinque i capitoli suddivisi da Ringhio che prima comincia con una statistica relativa al numero di giocatori della Serie A poi diventati tecnici e si conclude con “La scuola di Coverciano”: «Sono tornato tra i banchi di scuola – spiega Ringhio nella tesi – e sarei bugiardo se vi dicessi che all’inizio non speravo in un’agevolazione per meriti sportivi riservata ai Campioni del Mondo. Oggi penso l’esatto opposto: la formazione mi ha reso più ricco». Nel mezzo della sua analisi Gattuso parla anche del proprio “metodo comunicativo” nei rapporti con squadra, società e media: «I compiti dell’allenatore verso il gruppo non solo solo tecnici ma alla conoscenza della storia socio-familiare del giocatore. Penso sia opportuno dare istruzioni collettive, quando la squadra è riunita. Permette un miglioramento della conduzione del gruppo, con chiarezza e trasparenza. Solo se qualcuno è in uno momento di particolare pressione esterna prediligo il colloquio separato in cui il mio consiglio è ascoltare. Nel dialogo privato non utilizzando la retorica, in una comunicazione collettiva toni e gesti possono essere più a effetto. Fondamentale per la stima reciproca è la coerenza. E verso il gruppo poche parole: sempici e chiare».

DIALOGO CON LA SQUADRA – Scrive Gattuso nei capitoli centrali della propria tesi: «Il dialogo con la squadra procede prima, durante e dopo la partita. Si parte con la comunicazione della formazione titolare. Alcuni riducono al minimo l’effetto sorpresa, io ritengo sia importante mischiare bene le carte in settimana in modo da stimolare tutti il più possibile. Consiglio di non ribadire istruzioni in modo eccessivo in modo da non generare ulteriori ansie ma di non avere un atteggiamento distaccato. Nei 90 minuti c’è bisogno di positività, trasmessa con fiducia e sostegno…alla fine sono favorevole ad un confronto con la squadra subito dopo la partita». 

RAPPORTO CON LA SOCIETA’ E MEDIA – «Bisogna restare se stessi, imponendo la propria presenza e rispettando quella altrui. Un allenatore deve dimostrare personalità e responsabilità da subito. Insieme poi porre obiettivi condivisi. Se c’è coerenza interna c’è anche quella esterna. Quello coi media è un confronto da non temere, da gestire con intelligenza e rispetto reciproco». Ringhio conclude con un netto “No” al silenzio stampa giudicato dal tecnico calabrese come «Comunicazione di sfiducia e debolezza». 

GESTIONE MENTALE – Qui Gattuso si rifà alle teorie di Abraham Maslow«La soddisfazione dei bisogni di livello superiore, per avvenire, necessita della soddisfazione di quelli di livello inferiore». Conclude Gattuso «un allenatore allena anche i sogni, deve arrivare al cuore, mostrare traguardi che sembrano irraggiungibili ed evidenziare il contributo di tutti. La motivazione va bilanciata perché influenzata dai risultati sportivi. Quando diamo la colpa ad un arbitro o sfortuna usiamo una “localizzazione esterna” che non favorisce un atteggiamento responsabile». 

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