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Gattuso in conferenza: «VAR orgoglio italiano. Champions? Occhio a non farci sorpassare da Fiorentina e Atalanta»

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Intervenuto in conferenza stampa Gennaro Gattuso ha così parlato alla vigilia del match contro il Napoli, il tecnico rossonero si è soffermato a parlare di Donnarumma e della rabbia dopo il pari col Sassuolo

Intervenuto in conferenza stampa Gennaro Gattuso ha così parlato alla vigilia della gara contro il Napoli di domani pomeriggio a San Siro: «Serve spirito e grande prestazione tecnicamente e tatticamente. Non dobbiamo pensare ad aver la faccia incazzata ma a come affrontare una squadra forte, con qualità e ben allenata».

Sulle competizioni europee affrontate dalle italiane: «Mi riempie d’orgoglio la nostra VAR, è un’eccellenza. Non capisco perché ancora non sia stata adottata anche nelle competizioni Uefa. Non giudico le parole di Buffon perché a fatica riesco a giudicare me, gli ultimi anni di carriera la vena mi si è chiusa spesso. Ho preso 5 giornate per aver dato una ‘capocciata’ a Jordan e sono andato sulla balaustra dell’Olimpico per offendere il mio ex compagno Leonardo». 

Donnarumma da record: «Sono orgoglioso di lui, un traguardo incredibile quello di essere il più giovane ad aver fatto 100 partite in Serie A. Ora deve lavorare per diventare il migliore al mondo, il suo è un ruolo difficile e ha bisogno di tranquillità. Da parte mia, dello staff e dei compagni c’è volontà di proteggerlo perché è un ragazzo che si fa voler bene. Ora deve alzare l’asticella lavorando con professionalità e abnegazione».

Il pareggio col Sassuolo: «Quando per due tre mesi vinci 7-8 partite, ci fai anche l’abitudine. Dopo le ultime tre partite con solo due punti c’è un po’ di tristezza anche per la prestazione, perché rivedendola col Sassuolo meritavamo i tre punti. Mi piace il fatto che siano rabbiosi, brucia quando non si vince. Un bel segnale».

Su Zapata e Musacchio: «Da parte mia c’è massima fiducia, sono tranquillo. Anche se hanno giocato poco dormo sogni tranquilli perché sono due professionisti esemplari».

Sul prossimo ritiro: «Questa estate si rimarrà qui per 10-11 giorni per poi partire per la tournée, il primo blocco di preparazione si deve fare con continuità restando a Milanello. La prossima stagione si lavorerà così».

Sul VAR: «Dobbiamo essere orgogliosi di sperimentare questo tipo di tecnologia. Non capisco perché non la adottino tutti. In Inghilterra e la Uefa hanno deciso di no, ma io continuo a non comprendere l’utilità dei due giudici di porta».

Su Reina: «A me non può fregar di meno. Penso a Gigio Donnarumma, lui rappresenta il Napoli in questo momento. Quando arriverà lo accoglieremo a braccia aperte».

Sarri: «Il Milan non ha mai vinto contro Sarri? Credi che non abbia riguardato le partite, guarda che faccia che c’ho (ride ndr.). Come dicono i lomberdi ‘sperem”. Lui è un maestro, un allenatore partito dal basso e sono orgoglioso di affrontarlo, c’è tanto da imparare da tecnici come lui».

Sulla continuità a centrocampo: «In questi ultimi mesi hanno giocato spesso sempre gli stessi perché voglio cercare di consolidare quello che di buono facciamo, cambiare comporterebbe perdere alcuni meccanismi consolidati. Montolivo e Locatelli qualche spezzone l’hanno fatto e mi fido di loro ma in questo momento abbiamo bisogno di non perdere certezze».

Corsa all’Europa: «Non possiamo sottovalutare squadre come Fiorentina e Atalanta che stanno rispettivamente a -2 e -4 da noi. Non possiamo permetterci di lasciare terreno in questo finale di stagione. Sarei stato una furia se contro il Sassuolo avessi visto una squadra remissiva, scarica. Invece abbiamo speso tanto e abbiamo fatto di tutto per vincerla».

Kalinic: «In settimana ha sentito un piccolo problemino al gluteo, mercoledì abbiamo fatto una risonanza negativa e quindi è tornato ad allenarsi. Sia lui che Suso hanno avuto dei piccoli problemini ma tutto è fortunatamente rientrato. Kalinic lo vedo bene, André Silva e Cutrone anche».

Piccola frecciatina a Montella: «Avere i due centrali indisponibili non è mai cosa positiva, ma non posso pensare di cambiare modulo schierando una difesa a tre perché quella mattina ho pensato così. Ci deve essere un lavoro dietro, in questo momento abbiamo bisogno di avere intatte tutte le nostre certezze. Cosa che solo il 4-3-3 ci da».

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