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Galliani: «Il Milan non è per tutti, con Allegri mi sento spesso. Il 2003 indimenticabile»

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Galliani racconta cosa significhi “essere da Milan”. L’ex ad si lascia andare anche riguardo ai propri ex tecnici

Intervistato da il Corriere dello Sport, Adriano Galliani ha così parlato del valore di chi deve giocare al Milan ed indossare la maglia rossonera:

«Il Milan non è per tutti, anche per giocare a San Siro occorrono il ‘phisique du role’ e la necessaria esperienza. I calciatori che provengono da squadre piccole faticano: al primo pallone stoppato male si sente distintamente il mugugno del pubblico».

ALLENATORE DEL CUORE – «Sono legatissimo ad Allegri. Su di lui non mi sbagliavo: già a Cagliari aveva il phisique du role, era quello giusto per il Milan. Ci sentiamo spesso, anche tre, quattro volte in una settimana. Sacchi? Arrigo è l’amore».

ANCELOTTI  – «L’amore. Se ne possono avere più di uno o due, me lo lasci dire. Cinque anni da calciatore e otto da allenatore, 4 coppe dei campioni, due e due. Pensi che con Carlo avremmo potuto vincerne cinque di fila, non dimentico la partita di Barcellona, Eto’o costretto a fare il terzino per fermare Cafu. Il godimento massimo, però, l’anno della finale con la Juve. L’Inter in doppia semifinale, la Juve in finale. Cosa può sognare di più bello un milanista?».

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